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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2013 alle ore 06:47.

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Veduta esterna dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto (Ansa)Veduta esterna dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto (Ansa)

TARANTO- Bonifica delle aree inquinate dall'industria e dall'Ilva in particolare, risanamento degli impianti del siderurgico per abbattere le emissioni nocive dell'area a caldo, creazione di strutture tecniche per rafforzare controllo e monitoraggio ambientale. Muove su tre fronti la strategia messa in campo per Taranto affinché superi l'emergenza che l'ha segnata nell'ultimo anno. Ci sono ben tre leggi in proposito: la 171 del 4 ottobre 2012, la 231 del 24 dicembre 2012 e la 89 del 3 agosto 2013. Le ultime due riguardano l'Ilva - la 89 è quella sul commissariamento dell'azienda -, mentre la 171 la bonifica dell'area esterna allo stabilimento.

Avviati nell'Ilva i lavori dell'Autorizzazione integrata ambientale con la fermata di una serie di batterie coke, degli altiforni 1 e 2 e dell'acciaieria 1 (168 milioni sui 325 del 2013 già spesi a metà luglio) e creato per l'Aia un dipartimento con 30 ingegneri. Messi poi sulla rampa di lancio i primi interventi per la bonifica delle scuole del rione Tamburi di Taranto (8 milioni) e dell'area industriale del Comune di Statte (37 milioni), nonché avviato lo studio preliminare per il disinquinamento di Mar Piccolo di Taranto. Adesso, invece, avanza il discorso relativo alla nuova struttura di analisi dei dati ambientali e del loro impatto sulla salute pubblica. L'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia (Arpa) ha infatti lanciato il bando per assumere a tempo determinato 14 tecnici che costituiranno l'ossatura del Centro ambiente e salute di Taranto. I termini per accedere alla selezione si chiudono il 13 settembre prossimo. In particolare l'Arpa cerca chimici, ingegneri dell'ambiente, tecnici informatici, statistici e biologi.

Questo personale dovrà occuparsi fra l'altro di monitoraggio olfattometrico - e Taranto vive frequentemente il fenomeno delle emissioni odorigene di natura industriale -, di monitoraggio e caratterizzazione del particolato atmosferico, dei microinquinanti organici di matrice ambientale, delle emissioni convogliate dei camini industriali, della qualità dell'aria. E, ancora, dello stato di salute della popolazione che risiede nelle vicinanze delle industrie, delle banche dati informatiche, del calcolo delle stime delle emissioni in modo da poter stabilire i profili emissivi, della verifica e controllo di macchine e impianti rispetto sia alle prescrizioni e alle autorizzazioni, sia alle migliori tecniche ambientali.

Il Centro ambiente e salute è istituito dalla Regione Puglia, nasce da una delibera di giunta (la n. 1980 del 12 ottobre scorso) che a sua volta si rifà alla legge regionale n. 18 del 2012 (Piano straordinario salute e ambiente) e ha una dote di 8 milioni di euro assegnata col bilancio del 2012. Di questi, 4,730 milioni serviranno alla ristrutturazione e all'adeguamento funzionale dell'ex ospedale Testa di Taranto, ubicato proprio nell'area industriale e ceduto dall'Asl tarantina all'Arpa Puglia in comodato d'uso ventennale, mentre 3,270 milioni saranno finalizzati alla fase di start up e al personale. «Condurre un progetto sperimentale di monitoraggio e di contrasto delle criticità sanitarie associate ai fattori di rischio ambientali»: questa la mission assegnata ad Arpa Puglia e Asl Taranto che si avvarranno anche dell'Ares, l'Agenzia per la sanità.

Alla struttura l'Arpa ha invitato a partecipare anche l'Ilva non ottenendo però riscontro. Lo dice lo stesso direttore generale dell'Arpa, Giorgio Assennato, scrivendo al commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, e invitando l'azienda ad abbandonare la «cultura negazionista» sull'impatto ambientale del siderurgico. Assennato parte da un dato, ovvero dall'invito ricevuto come Arpa a presentare a Basilea al congresso della Società di epidemiologia il caso Ilva. «Evidentemente - scrive Assennato a Bondi - il comitato scientifico non ha condiviso il suo giudizio sull'inattendibilità del nostro lavoro in merito alla valutazione di danno sanitario dell'Ilva. Mi auguro che lei comprenda - sottolinea Assennato - il valore strategico di trasformazione di atti amministrativi in produzione scientifica per affrontare in modo adeguato la complessitá dei problemi dell'area tarantina».

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