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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2013 alle ore 06:45.

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MILANO - Esselunga promossa all'esame di crescita e redditività. Il gruppo commerciale lombardo, nonostante una profonda crisi dei consumi, continua a macinare risultati positivi con vendite che, nel bilancio consolidato 2012 della holding Supermarkets Italiani, arrivano a 6,84 miliardi (+3,2%) con utili netti per 238 milioni contro i 209 dell'esercizio precedente. I debiti finanziari sono calati di 93 milioni e non si è lesinato sugli investimenti destinati all'ammodernamento e allo sviluppo: 380 milioni, come l'anno prima.

La società che fa capo a Bernardo Caprotti è riuscita ad aumentare l'occupazione di 536 addetti a 20.200. Per il 2013 il piano di sviluppo comprende diverse nuove aperture e Esselunga ha da poco avviato a Parma uno stabilimento per la produzione di pasta fresca e pasticceria che, a regime, occuperà 200 persone. Il network commerciale conta su 144 negozi localizzati nel Nord Italia oltre a 61 bar a insegna Atlantic e 34 profumerie. L'anno scorso, secondo Iri, le vendite nel largo consumo sono calate a valore dell'1% mentre a volume sono aumentate di uno striminzito 0,6%, grazie a una pressione promozionale che sfiorava il 26% (cioè oltre un quarto dei prodotti sugli scaffali presenta uno sconto o una promozione). Un quadro difficilissimo che mette a dura prova la resistenza delle catene di medio livello (da Lombardini e Aligrup in giù) ma anche dei big della grande distribuzione che, nonostante le (poche) nuove aperture tengono a fatica i fatturati ma subiscono un'erosione violenta dei margini. Sono evidenti le difficoltà dei francesi di Carrefour e Auchan, dei tedeschi di Billa (ex Standa) ma anche di Coop, in crisi profonda al Sud ma che ha appena rilevato due iper da Lombardini.

Quest'anno poi l'articolo 62 (quello sui termini di pagamento commerciali ndr) dispiegherà per 12 mesi i suoi effetti e drenerà ulteriore liquidità alle catene, un punto di forza che in passato ha permesso un'importante sviluppo immobiliare. In questo quadro la performance di Esselunga assume maggiore valore. Quali i punti di forza? Caprotti opera nella zona più ricca del Paese, ha puntato su format commerciali di vicinato e piccoli iper, gestisce i punti vendita con efficienza e dispone di un buon prodotto a marchio proprio. Inoltre pratica prezzi tra i più convenienti del mercato: «Nel 2012 i fornitori – dicono dal gruppo – hanno aumentato i dei prezzi del 2,5% ma Esselunga ha mantenuto per i propri clienti gli stessi listini del 2011, cioè ha venduto a inflazione zero».

Vero o no che sia i bilanci scoppiano di salute: la posizione finanziaria netta è negativa per 457 milioni ma la liquidità abbonda (211 milioni) e il patrimonio supera gli 1,3 miliardi. L'unica incognita deriva dalle prospettive del gruppo, il cui controllo è nelle mani dell'88enne Caprotti, impegnato in un braccio di ferro giudiziario con due dei tre figli, Giuseppe e Violetta, per il possesso di quote rilevanti delle holding. Nel mezzo della contesa giudiziaria (ci sono due cause) alla fine di luglio Supermarkets Italiani ha cambiato lo statuto e introdotto il diritto e l'obbligo di covendita (art. 9) e il gradimento (art. 12) dell'assemblea ordinaria ai fini dell'ingresso di nuovi soci. Eventuali nuovi soci dovranno comunque ricevere il gradimento della maggioranza dell'assemblea. Gli avvocati dei figli di Caprotti starebbero valutando la correttenza della procedura seguita per la modifica dello statuto.

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