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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2013 alle ore 06:49.

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POTENZA.
Quasi un miliardo di euro di royalty versato in 5 anni dalle compagnie petrolifere per estrarre in Basilicata oltre 18 milioni di tonnellate di greggio, circa 3 miliardi di euro già investiti e oltre 4,5 miliardi di euro di investimenti complessivi per la valorizzazione di idrocarburi. L'impegno delle multinazionali comprende progetti in corso e pronti a partire che incrementerebbero la produzione nazionale di 107 mila barili di petrolio al giorno con ritorni in termini di riduzione del deficit energetico, maggiori entrate e sviluppo.
Questi i numeri della Basilicata dove nel più grande giacimento d'Europa su terraferma, in Val d'Agri, sono appena partiti i lavori per realizzare la quinta linea di trattamento di gas del Centro Olio di Viggiano che consentirà di arrivare a 104mila barili di petrolio al giorno come previsto nel Protocollo d'intenti del 1998 tra la Regione e l'Eni.
Ci sono voluti oltre due anni, dopo l'approvazione della Via da parte della Regione Basilicata per avere dal Comune di Viggiano il permesso a costruire e il via libera a lavori per 250 milioni di euro, con un picco di circa 500 unità lavorative, che si concluderanno nel primo trimestre del 2015. Un caso che ricorda la beffa dell'area picnic che vide il Comune di Calvello bloccare per oltre 5 anni l'estrazione di petrolio e la perdita come rilevò il ministero dello Sviluppo economico di migliaia di barili di produzione potenziale. Ma sbloccati i permessi ora si lavora.
Chiusa una prima fase di progetti e perforazioni, nuovi investimenti potrebbero essere realizzati da Eni (in joint venture con Shell) nei prossimi 8-10 anni per 2,5 miliardi di euro, dopo un nuovo accordo con la Regione, per la nuova fase del Progetto Val d'Agri che porterebbe la produzione lucana fino a 129 mila barili al giorno.
Oltre un miliardo, degli 1,6 previsti a Tempa Rossa, nella Valle del Sauro, nel secondo grande giacimento petrolifero lucano, dove opera la Total, non sono ancora stati spesi. La compagnia francese, in joint venture con Shell e, dopo l'uscita di Esso, con il partner giapponese Mitsui, ha avviato i lavori di preparazione del sito e l'avvio della produzione è previsto a inizio del 2016, con l'estrazione di 50mila barili di petrolio e 230mila metri cubi di gas al giorno. Il 2 settembre inizierà la formazione, a Corleto Perticara, dei giovani operatori assunti da Total che lavoreranno nel Centro Olio e nel Centro Gpl.
Progetti di sviluppo, «ma i veri investimenti – sottolinea Franco Terlizzese, direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche del Mise – sono quelli in ricerca che in Italia è ferma da 15 anni. Oltre un miliardo di euro potrebbero essere investiti in Basilicata per conoscere il sottosuolo. Nessun amministratore al mondo bloccherebbe le attività di ricerca. Negli altri paesi, ad esempio Malta, le compagnie petrolifere sono obbligate a fare pozzi esplorativi e non si consente loro di sfruttare se prima non si conosce il potenziale del paese. Un patrimonio di conoscenza a beneficio dei territori».

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