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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 15:16.

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Ilva di Taranto, cinque arresti. Colpiti i "fiduciari" di Riva nello stabilimento

Nuovo scossone per l'Ilva di Taranto. Cinque arresti sono stati effettuati dalla Guardia di Finanza nell'ambito degli sviluppi dell'inchiesta partita a luglio 2012 col sequestro degli impianti del siderurgico. I nuovi arrestati, quattro in carcere e uno ai domiciliari, sono tutti "fiduciari".

Si tratta di persone che non erano formalmente nell'organico dell'Ilva ma che comunque controllavano tutto quello che accadeva nello stabilimento di Taranto e ne riferivano direttamente ai Riva. Produzione, appalti, personale, gestione, relazioni sindacali, i "fiduciari" erano presenti su tutto.

L'accusa è associazione a delinquere finalizzata ai reati ambientali. Tra gli arrestati c'è anche l'ingegner Lanfranco Legnani, che per la Procura di Taranto e la Finanza ha svolto l'incarico di direttore "ombra". Ma ecco il dettaglio delle persone colpite dalle misure cautelari del gip di Taranto, Patrizia Todisco: Lanfranco Legnani, direttore "ombra" dell'Ilva di Taranto; Alfredo Ceriani, responsabile di tutta l'area a caldo del siderurgico; Giovanni Rebaioli, gestore dell'area Parchi materie prime e impianti marittimi dell'Ilva; Agostino Pastorino, responsabile dell'area ghisa e di tutti gli investimenti nell'Ilva; Enrico Bessone, responsabile dell'area manutenzione meccanica delle acciaierie.

Tranne Legnani che è ai domiciliari nella sua abitazione di Bussolengo (Verona), per tutti gli altri il gip di Taranto ha disposto l'arresto e la traduzione nel carcere di Taranto.
In sostanza, attraverso questa struttura, un vero e proprio governo "parallelo" della fabbrica, la famiglia Riva esercitava un controllo più che stretto su cosa accadeva a Taranto, nell'unità produttiva più grande del gruppo.

Ecco cosa scrive il gip nell'ordinanza sugli arresti
«La politica di impresa ormai attuata nel corso di tantissimi anni e lo stato di organizzazione portato avanti nel tempo dai dirigenti dell'Ilva, "ufficiali e non", denotano la totale assenza di qualsiasi iniziativa orientata nel senso della prevenzione». È quanto si legge nell'ordinanza del gip di Taranto, Patrizia Todisco, sull'arresto dei cinque "fiduciari" della famiglia Riva nell'Ilva di Taranto avvenuto oggi.

«È stato ampiamente dimostrato - si legge ancora - che i cosiddetti fiduciari da sempre hanno gestito l'Ilva di Taranto in stretta collaborazione con la proprietà dando piena attuazione alla logica aziendalistica della stessa anche in modo criminoso sotto il profilo ambientale, senza tenere in alcuna considerazione quello che è uno dei beni più preziosi, la salute umana».

«I fiduciari hanno operato in Ilva impartendo ordini e direttive in perfetta unità di intenti con la proprietà - si legge ancora nell'ordinanza del gip - e agendo in modo organico al sodalizio.... forti della consapevolezza della formale irresponsabilità della loro condotta, svolgentesi, infatti, al di fuori delle deleghe di funzioni comportanti precise responsabilità di legge, che restano formalmente addossate ai dipendenti Ilva investiti di deleghe e funzioni, ai quali l'Ilva stessa provvede comunque - si afferma ancora nell'ordinanza del gip Todisco - ad assicurare assistenza legale e nei cui confronti è ben lungi dall'usare adottare misure disciplinari».

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