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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 08:10.

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MILANO
«C'è una cosa che ho imparato da quando gestisco le aziende ed è un principio che ho sempre ben presente. I "se" li lascio ai filosofi». Francesco Caio, 56 anni, ex Omnitel, Merloni e ora ad di Avio, il "Mister Agenda Digitale" nominato a giugno da Enrico Letta, si sottrae bruscamente al dibattito sulle sorti dell'Esecutivo Letta e su una possibile crisi di governo. E chiude così l'argomento da Bruxelles, dove ha incontrato ieri il Commissario europeo all'Agenda digitale Neelie Kroes.
Un incontro con in tasca il riconoscimento di "Digital champion italiano", ma anche con la consapevolezza che l'Agenda digitale è un tema sul quale i ritardi nel nostro Paese stanno diventando evidenti. Non per colpa sua evidentemente, visto che come Mr Agenda digitale, e ora commissario per l'attuazione dell'Agenda digitale, Caio è entrato nella partita in estate, affiancando l'Agenzia per l'Italia digitale diretta da Agostino Ragosa, il cui Statuto dovrebbe essere approvato dalla Corte dei conti entro settembre. «È inevitabile. Si deve cambiare marcia. Ci si deve dare delle priorità. Ed è quello che stiamo facendo», dice Caio. Il tutto partendo dalla considerazione che l'accelerazione sul fronte "2.0" è «vitale per la crescita del Paese e della sua economia».
L'Europa come sta valutando le performance dell'Italia in relazione all'avanzamento dell'Agenda Digitale?
L'incontro di ieri con la commissaria Kroes è andato bene per tutta una serie di motivi. Primo fra tutti il fatto che è da occasioni come queste che ci si rende conto di come non ci sia solo un'Europa che si irrigidisce attorno ai vincoli di bilancio. C'è anche un'Europa che pensa in termini progettuali. Un'Europa che vede veramente nell'implementazione dei servizi digitali una condizione essenziale per favorire l'innovazione e le imprese. C'è poi un altro aspetto sul quale mi ritengo personalmente molto soddisfatto.
Quale?
La commissaria Kroes ha condiviso l'impostazione che abbiamo voluto dare alla nostra Agenda digitale, per la cui attuazione abbiamo deciso di procedere puntando su alcune priorità, che sono state condivise e apprezzate.
E quali saranno?
Innanzitutto l'Anagrafe dei residenti. È stato firmato il Dpcm quadro che ora attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Questo permetterà di far partire una pianificazione di dettaglio da parte del gruppo di lavoro interessato composto da ministero degli Interni, Sogei, Agenzia Digitale, Istat, Comuni e Regioni. Forse non se ne coglie subito la portata, ma rappresenta le fondamenta della costruzione digitale della Pa che può dare una vera accelerazione al Paese.
Alla fine parliamo di un intervento. Mentre i gap dell'Italia sul fronte digitale forse ne richiederebbero molti di più.

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