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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 20:10.

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Svedesi cancellano nome "Mafiozo" da bottiglie di vino made in Salento

Il nome "Mafiozo" sarà cancellato dalle bottiglie di vino italiano. L'azienda svedese che ha messo in commercio delle bottiglie di vino Igt Salento con in bella vista in etichetta il nome "Mafiozo" con tanto di foto del gangster Lucky Luciano farà dietrofront e cercherà un altro nome per le proprie bottiglie. Lo ha comunicato il responsabile marketing della Concealed Wines di Stoccolma, Calle Nilsson.

Decisione nel giorno delle proteste ufficiali
La decisione (resa nota dal sito www.corrieredelsalento.it) è giunta in contemporanea, se non ha addirittura preceduto, la dura presa di posizione dell'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni che sulla vicenda del vino Igt Salento chiamato Mafiozo ha provveduto a contattare l'ambasciatore in Svezia, Elena Basile. «Mentre la Puglia ottiene il riconoscimento internazionale dei suoi prodotti di qualità – ha scritto l'assessore Nardoni – c'è chi pensa di poter fruttare il "Puglia sounding" e più in generale fare riferimento all'Italia del malaffare per farsi pubblicità ai danni di un comparto che invece da tempo è sinonimo di grande correttezza, sviluppo e modernità. Un'operazione di marketing di bassa lega ai danni di una filiera produttiva sulla quale l'Italia e la Puglia lavorano da anni in nome della qualità, della sicurezza e della tracciabilità».

Il dietrofront degli svedesi
Ma proprio mentre la dura lettera dell'assessore pugliese raggiungeva l'ambasciatore italiano in Svezia arrivava la notizia del dietrofront dell'azienda scandinava. «Abbiamo deciso di cambiare nome al vino – ha detto il responsabile marketing di Concealed Wines, Nilsson – perché non è mai stata nostra intenzione offendere qualcuno. Non abbiamo ancora scelto quale sarà il nuovo nome, ma non è escluso che l'azienda decida semplicemente di smettere di commercializzare il "Mafiozo"».

La vicenda sollevata da un archeologo italiano
L'intera storia del vino italiano dal nome quantomeno discutibile era stata sollevata qualche giorno fa da un archeologo italiano che da oltre 16 anni vive in Svezia, Rossano Cherubini. L'archeologo avendo scovato sugli scaffali di un supermercato alcune bottiglie aveva manifestato il proprio disappunto e segnalato l'episodio al giornale "The Local".

Un vino Igt può essere imbottigliato fuori dall'Italia
Il caso del "Mafiozo" ripropone anche la questione dell'imbottigliamento fuori zona dei vini. L'obbligo di imbottigliamento in zona d'origine, e proprio per l'esigenza di seguire l'intera fase produttiva di un vino fino all'immissione in commercio, può essere richiesto per i vini Doc e Docg «E quasi tutte le Docg italiane dall'Amarone al Barolo, lo prevedono – spiega il presidente del Comitato vini del ministero per le Politiche agricole, Giuseppe Martelli –. Mentre invece non esiste l'obbligo dell'imbottigliamento in zona per i vini a indicazione geografica tipica. Tuttavia nulla toglie che se i produttori di un'etichetta Igt lo richiedessero tale l'obbligo potrebbe essere introdotto». Così nel caso del "Mafiozo", il vino prodotto in Salento una volta acquistato veniva spedito in Svezia per essere imbottigliato a Stoccolma con un nome di fantasia e il riferimento alla sola Igt Salento. Inoltre sulle bottiglie contestate compariva anche il nome del vitigno, ovvero lo Zinfandel, che altro non è che in nome internazionale del pugliese Primitivo.

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