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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2013 alle ore 07:16.

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Piace a (quasi) tutti gli espositori il nuovo format del 53° Salone nautico internazionale che si è aperto ieri alla Fiera di Genova. E la prima giornata della kermesse, che durerà fino al 6 ottobre, è stata anche l'occasione per un incontro tra i vertici di Ucina (la Confindustria nautica), quelli di Fiera, l'Autorità portuale di Genova (cui fanno capo le concessioni dell'area fieristica) e alcuni dei più importanti cantieri navali, per tracciare il possibile futuro della nuova darsena nautica del quartiere fieristico. L'obiettivo - ambizioso - è di concentrare in quell'area a mare, da sempre sottoutilizzata una volta terminato il periodo del Nautico, una sorta di salone permanente.

L'idea, in pratica, è di raggruppare, in quella zona della Fiera, una serie di manifestazioni che oggi si tengono altrove; dando vita, nel corso dell'anno, a esposizioni dell'usato nautico, del charter, del refitting, dei motori e così via. Il tutto sotto l'egida di Ucina e di grandi gruppi, quali Ferretti, Azimut Benetti e Sanlorenzo. In modo da attirare a Genova, in maniera costante, i clienti internazionali che consentono alla nautica italiana di essere leader nel mondo.
Il progetto, ancora allo stato embrionale ma condiviso dai principali soci di Ucina, si armonizza col nuovo corso del Salone, che ieri è partito in tono minore (per spazi, giorni di esposizione e numero di operatori stranieri), in confronto agli anni scorsi, ma con un entusiasmo palpabile da parte degli espositori, forti dei risparmi ottenuti per gli stand, a fronte di un nuovo layout dell'esposizione e dello spostamento della maggior parte delle barche in mare, su ben 100mila metri quadrati di specchio acqueo.

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«Dobbiamo imparare dal passato per costruire il futuro tutti insieme», ha detto Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, all'apertura del Salone. Secondo Massimo Perotti, patron di Sanlorenzo, «la sensazione è che questo salone sia giusto per spazi e durata». Sulla stessa linea Beniamino Gavio, leader di Baglietto, che sottolinea il «giusto contenimento dei costi» e Ferruccio Rossi, ad di Ferretti, che parla del piano per valorizzare la nuova darsena fuori dal Nautico. «Sarebbe utile - dice - abbinare al salone altre attività legate al diporto e alla componentistica per creare, sulla nuova darsena, una vetrina per tutto l'anno, con una serie di eventi legati alla nautica.

Il tema è quello dell'aggregazione di soggetti diversi sotto la leadership di Ucina. Con attività che attraggano non solo le barche ma anche la clientela. Per far sì che Genova divenga un punto di riferimento per il nuovo, il charter e l'usato».
Paolo Casani, ad di Azimut, traccia qualche nota critica sul nuovo salone: «È giusta la scelta di un format più contenuto e breve. Ma è colpevole averlo fatto in ritardo. E ora c'è il problema di come attrarre gli espositori in futuro, perché quest'anno mancano al salone molti player esteri».

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