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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2013 alle ore 17:21.

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"Made in Italy" è la password per connettere l'agricoltura italiana col mondo del web». Ricorre a questo gioco di parole il ministro per le Politiche agricole, Nunzia De Girolamo per annunciare l'avvio di una partnership fra lo stesso ministero e Google. Una collaborazione per mettere a punto un progetto in grado di migliorare la presenza on line dell'alimentare italiano. L'annuncio è stato lanciato stamani a Roma a margine di "Big Tent, Made in Italy: la sfida digitale" l'incontro promosso da Google Italia e Unioncamere nel corso del quale è stato analizzato il contributo che la rete può dare alla ripresa dell'economia italiana.

Il progetto annunciato dal ministro rappresenta inoltre un passo ulteriore rispetto all'iniziativa già avviata nello scorso maggio (e attualmente in itinere) da Google Italia, Unioncamere e il ministero dello Sviluppo economico, e dedicata a 20 distretti (dalle sedie friulane al tessile Umbro, dalle piastrelle di Modena al distretto orafo di Arezzo, dalle calzature marchigiane al sughero sardo).

Un progetto ad hoc dedicato all'alimentare
Dopo l'iniziativa centrata sui distretti la multinazionale di Mountain View punta quindi a uno dei settori chiave del made in Italy: l'alimentare. «Il progetto del Mipaaf con la multinazionale è straordinario e rappresenterà un momento di grande comunicazione dell'agroalimentare italiano nel mondo. Parliamo di un settore che incide molto sul Pil nazionale, che ha enormi margini di sviluppo e che può averne ancora in termini di export. Il nostro compito è quello di permettere la crescita e lo sviluppo, per dare ai giovani la possibilità di recuperare il grande sogno: lavorare in Italia e farlo dignitosamente». Il ministro De Girolamo non è entrata nel merito del progetto ma con ogni probabilità, e sulla falsariga dell'iniziativa dedicata ai distretti, si punterà a migliorare la presenza delle aziende agricole e alimentari italiane su Google in genere e su Google Maps in particolare soprattutto per quanto riguarda gli agriturismi e le aziende agricole che effettuano vendite dirette.

All'orizzonte anche lo sviluppo dell'e–commerce
Il ministro De Girolamo predeve inoltre un roseo futuro per la partnership appena avviata con Google. «Nell'incontro che ho avuto con Schmidt – ha spiegato – ho anche detto che se in futuro la multinazionale Usa vorrà studiare la messa a punto di una piattaforma per le vendite on line di prodotti alimentari italiani, potrà di certo contare sulla collaborazione del nostro ministero».

Dal web il 4% del Pil dei paesi industrializzati
Ad oggi è legato alla rete circa il 4% del Pil di 30 paesi più sviluppati e contribuisce in media al 21% della crescita del prodotto interno lordo. Una percentuale che nel caso dell'Italia scende al 2,1%, ma che ha ampi margini di sviluppo tanto che si prevede che nel 2015 il contributo fornito da internet all'economia italiana oscillerà fra il 3,3 e il 4,3% del Pil raggiungendo un valore di 59 miliardi di euro.

Schmidt: dal web nuovo impulso al made in Italy
L'incontro aperto dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello ha visto la partecipazione fra gli altri del segretario della Cgil, Susanna Camusso, del presidente di Symbola, Ermete Realacci, di quello dell'Ice, Riccardo Monti, del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, del responsabile della Cna Giovani, Andrea Di Benedetto e ha poi avuto il suo clou nell'intervento del Chief Executive Chairman di Google) Eric Schmidt. «L'Italia è un brand riconosciuto all'estero – ha spiegato Schmidt –. Inoltre il modello produttivo italiano si può definire una sorta di artigianato industriale che è in grado di rispondere alle esigenze di grande qualità, forte personalizzazione e sa sostenere produzioni limitate. Questo lo rende ideale per avere successo in internet perché grazie alla rete può raggiungere clienti sparsi in tutto il mondo facendo sì che prodotti di nicchia non siano più vincolati come in passato a mercati di nicchia».

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