I Re Mida delle biciclette. Le storie degli imprenditori delle due ruote da Mr. King Liu a Giovanni «Nane» Pinarello
Un giro di pista virtuale con gli uomini che sulle due ruote hanno costruito un grande impero economico. Prima di diventare ricchi imprenditori, quasi tutti sono stati corridori, meccanici o artigiani. In questa speciale classifica, comunque, non troverete solo Paperoni. Ci sono anche artefici di grandi innovazioni in campo ciclistico che non sono riusciti a capitalizzare le loro intuizioni a livello economico.
di Matteo Scarabelli
1. Gary Fisher
Insieme a Russ Mahon, Joe Breeze, Charlie Kelly e Tom Ritchey, è considerato il papà della mountain bike. I primi prototipi erano basati su telai Schwinn Excelsior, una robusta bicicletta in dotazione ai postini americani. Su questi telai vennero montate ruote con un battistrada largo e ben scolpito, un sistema di cambi comandato direttamente dal manubrio e componenti frenanti prese dalle motociclette. Nel 1979 Fisher commercializzò le prime biciclette con il nome di mountain bike. In Italia questo tipo di bici arrivò qualche anno più tardi, grazie a Cinelli, con il nome di Rampichino.
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