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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2013 alle ore 06:58.

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BRUXELLES
Primo traguardo per il pacchetto sicurezza dei consumatori e per il suo articolo 7 che recepisce le norme sull'origini e l'etichettatura dei prodotti, il cosiddetto "Made in". Ieri mattina la commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori ha approvato con 27 si, 5 no e 7 astenuti (contrari sarebbero stati alcuni popolari tedeschi) la proposta di regolamento presentata dal vicepresidente della Commissione Ue e commissario all'Industria, Antonio Tajani e dal commissario alla Salute Tonio Borg, per riordinare le norme sulla tutela e la sicurezza dei consumatori Ue. Nel provvedimento, l'articolo 7 dispone: «I fabbricanti e gli importatori appongono sui prodotti un'indicazione del Paese di origine del prosotto o, se le dimensioni o la natura dei prodotto non lo consentono, tale indicazione è apposta su un imballaggio o su un documento di accompagnamento del prodotto». Se però si tratta di un prodotto fatto nell'Unione, non è necessaria l'indicazione del Paese d'origine, ma è sufficiente il "Made in Eu".
Una misura per contrastare anche la contraffazione, con i rischi connessi alla salute pubblica. Respinti anche i tentativi di far passare emendamenti (comparsi nella serata di mercoledì a sorpresa) che annacquavano o eliminavano l'obbligo dell'indicazione di origine, limitandosi a una generica facoltatività, che ha fatto anche scattare una presa di posizione da parte dell'eurodeputato dei socialisti europei, Sergio Cofferati. Sono così stati portati "a bordo" diversi eurodeputati tedeschi, in particolare i socialisti, puntando sull'importanza della sicurezza dei prodotti per i cittadini europei. Si avrebbe altrimenti la paradossale situazione in cui i cittadini dei paesi terzi come gli Usa hanno più informazioni sull'origine dei prodotti Ue (obbligo del "made in") che gli stessi europei. L'ok della commissione europarlamentare alla proposta legislativa presentata da Tajani e Borg arriva dopo i pareri favorevoli già espressi dalle commissioni giuridica, commercio internazionale e industria.
«Ringrazio per il buon lavoro di squadra», dice soddisfatta la relatrice in commissione, la danese Christel Schaldemose, socialista, che ha portato tutto il suo gruppo a votare compatto la proposta. Cristiana Muscardini, vicepresidente della Commissione Commercio: «Ha finalmente prevalso il diritto dei consumatori e del manifatturiero europeo e non gli interessi di parte». Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani commenta: «Il voto di ieri è una tappa importante sulla via di un mercato interno europeo più trasparente e sicuro che promuova la competitività delle imprese». Alla vigilia delle elezioni europee – ha aggiunto – «questo voto rappresenta un messaggio concreto di vicinanza delle istituzioni Ue ai cittadini». È «con soddisfazione» che il ministro italiano dello Sviluppo economico Flavio Zanonato registra la notizia del voto: «Siamo fortemente convinti che l'Ue, oggi il mercato più aperto in assoluto al mondo, debba tutelare adeguatamente i suoi manufatti che spesso sono il prodotto di anni e anni di ricerca, sviluppo ed innovazione e che rischiano di essere sopraffatti da prodotti di Paesi terzi di cui non si conosce la tracciabilità e che sempre più si rifanno, senza averne i requisiti, alle produzioni tipiche europee e italiane in particolare». «Una grande conquista per i consumatori», aggiunge Raffaele Baldassarre, relatore per il Gruppo Ppe: «Dopo dieci anni di lotta a livello europeo, iniziamo a raggiungere i risultati sperati. Abbiamo fatto il nostro dovere verso il nostro Paese».

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