Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 17:16.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 19:29.

My24
(Olycom)(Olycom)

NAPOLI - L'emergenza ambientale mette in ginocchio l'agroalimentare campano, con ripercussioni in tutto il Sud. Le denunce dei comitati della Terra dei fuochi, da anni devastata da roghi di rifiuti, e ancor di più la recente desecretazione delle rivelazioni del pentito di camorra, Carmine Schiavone, su scarti tossici provenienti da tutta Italia e dall'estero, producono l'effetto indotto di diffondere tra consumatori e commercianti sfiducia verso le produzioni campane. Nel mirino finiscono sia il prodotto fresco che quello trasformato – come conserve di pomodoro e di altri vegetali, mozzarella di bufala.

Infine, come un cerino sulla benzina, la campagna pubblicitaria lanciata dal Consorzio Casalasco del Pomodoro a sostegno del brand Pomì è riuscita a infiammare l'intero settore agroalimentare campano. Si tratta della terza regione italiana solo per produzione agricola, con un fatturato di 3 miliardi e 65mila addetti. A cui si aggiungono nelle conserve vegetali altre 80 aziende circa con 1,5 miliardi di fatturato e 25mila dipendenti.

È scoppiata una sorta di guerra commerciale tra Nord e Sud. Pomì afferma di lavorare solo pomodoro della Pianura Padana. I produttori di conserve della Campania – riuniti nell'Anicav – reagiscono. «L'Anicav stigmatizza fortemente il fenomeno in atto di criminalizzazione dell'intero settore del pomodoro del Meridione e il conseguente disorientamento dei consumatori italiani». «Non era nostra intenzione creare alcun tipo di discriminazione o polemica. Nessuna provocazione – chiarisce poi il consorzio – L'annuncio nasce con l'intento di rispondere alla richiesta, da parte di consumatori e catene della gdo nazionale e internazionale in merito alla provenienza del nostro pomodoro».

Per sedare la polemica interviene il ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo: «Il made in Italy è unico e indivisibile – precisa – I prodotti italiani sono i più controllati». E conclude: «L'emergenza della terra dei fuochi per la quale tutto il governo e le amministrazioni locali si sono finalmente mobilitate non può essere in alcun modo strumentalizzata». E a stretto giro l'assessore regionale al ramo, Daniela Nugnes: «Ci chiariscano questi grandi trasformatori dove acquistano i prodotti, e abbiano il coraggio di diffondere su internet le analisi di suoli e produzioni». In serata il governatore Caldoro ha incontrato gli industriali del settore.

Le prime avvisaglie della crisi si erano avute un mese fa, quando le principali centrali di acquisto hanno cominciato a chiedere che sulla merce venisse indicata la provenienza, con tanto di dettaglio catastale, allo scopo di poter escludere la provenienza dalle terre avvelenate (si veda "Il Sole 24 Ore" dell'11 ottobre scorso). E già allora le vendite erano calate di circa il 30%. Oggi una stima manca, ma si prevede un decremento significativamente maggiore. «L'area interessata dagli scarichi illegali – dice Michele Pannullo, presidente regionale di Confagricoltura – è minima rispetto alla superficie coltivata». E l'Anicav rincara: «Le recenti problematiche ambientali riguardano solo una piccolissima parte del territorio della provincia di Caserta, da cui proviene solo il 3,85% del pomodoro fresco trasformato in Italia e il 7% di quello lavorato nel Centro-Sud, sottoposto peraltro a numerosi controlli, mentre in prevalenza, la materia prima lavorata in tale area proviene dalla Puglia». Come e forse più del pomodoro finisce nell'occhio del ciclone, ancora una volta, la mozzarella di bufala campana dop, con il 74% del patrimonio bufalino nazionale, allevato in 1.300 aziende, che fatturano in media oltre 300 milioni. Lino Fierro, responsabile della sezione lattiero casearia di Confindustria Caserta rassicura: «Dopo gli scandali per la brucellosi e poi per la diossina il nostro prodotto oggi è il più controllato, con oltre 20mila passaggi l'anno. Non sono mai emerse positività. A giorni parte un nuovo sistema per completare la tracciabilità su tutta la filiera».

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi