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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2013 alle ore 15:45.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 13:16.

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Sarà riconvertita la più antica raffineria italiana. Lo storico stabilimento di Eni, nato nel 1926 a Venezia, dal 2014 inizierà a produrre biocarburanti. In controtendenza con quanto sta succedendo in Europa, dove dal 2009 sono state chiuse 11 raffinerie e altre 15 rischiano lo stesso destino, il futuro della raffineria veneziana che occupa 260 lavoratori, sarà dunque legato a un progetto verde. La normativa europea, Renewable Energy Directive, prevede l'additivazione del 10% di potere calorifico bio nei carburanti, attraverso bio etanolo e bio diesel, entro il 2020.

«La ratio di questa norma - spiega Giacomo Rispoli, executive vice presidente dell'area Ricerca sviluppo tecnologico e progetti di Eni - è la riduzione del Co2 nell'ambiente. Il biocarburante si crea da materie prime agricole di prima generazione che arrivano dal food, o di seconda generazione che si ricavano dagli scarti della raccolta e dai rifiuti. In sostanza, la combustione di questo carburante produce Co2, ma le piante usate per produrlo, nel loro ciclo di vita lo assorbono, generando un circolo virtuoso che ne riduce la presenza nell'ambiente».

Invece di comprare bio diesel, però, Eni ha deciso di produrlo. «Grazie a un grande lavoro di ricerca - aggiunge Rispoli - abbiamo brevettato un nuovo prodotto green che ha un impatto ambientale più basso e che dal 1° aprile del 2014 sarà prodotto nella raffineria di Venezia». Il nuovo carburante verde verrà ricavato dall'olio di palma, che Eni acquisterà da società che rilasciano la certificazione ambientale richiesta dalla normativa europea. In una prima fase, lo stabilimento produrrà 300mila tonnellate di prodotto all'anno, per poi arrivare a 500mila tonnellate nel 2015. E per il futuro? «In qualche anno produrremo bio olio da microalghe, le biomasse di terza generazione, molto interessanti perchè non intervengono nel ciclo della filiera alimentare. Il progetto è già in fase avanzata nella raffineria di Gela, in Sicilia».

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