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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 19:17.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 19:21.

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L'economia che nasce nel carcere va in vetrina nel centro di Torino in occasione delle festività natalizie. Da qualche giorno è aperto un temporary store che rimarrà aperto fino alla vigilia di Natale e che metterà in vendita i prodotti realizzati dai detenuti che operano in 14 cooperative e associazioni con attività interne ai penitenziari piemontesi.

I locali sono nel cuore di Torino, in via Garibaldi 18. In vendita, dai mobili da giardino di design a eleganti borse, dalla bigiotteria all'oggettistica, dai biscotti al caffè, dalla birra al cioccolato, articoli che raccontano storie di un mondo difficile, il carcere, verso il quale permangono, nell'opinione pubblica, pregiudizi e distacco. È il risultato del lavoro congiunto di cooperative e associazioni impegnate negli istituti di pena del Piemonte per il recupero e il miglioramento della qualità di vita dei detenuti.

L'emporio è nato su impulso del Provveditorato regionale del Ministero di Giustizia, con il contributo della Compagnia di San Paolo e con il patrocino della Città di Torino. Il negozio è stato chiamato "Marte", "perché per molti il carcere – spiegano alla Compagnia di San Paolo - è un pianeta lontano che fa paura, abitato da un popolo oscuro, da dimenticare e punire per i suoi errori, mentre è importante dare a queste persone un obiettivo professionale e di vita che significa motivarli alla legalità anche in vista dell'uscita dal carcere".

"La Compagnia di San Paolo – dice Piero Gastaldo, Segretario generale della CdS - da molti anni si impegna al sostegno economico, progettuale e operativo in ambito carcerario, con l'obiettivo di favorire l'inserimento sociale e lavorativo dei detenuti, l'educazione al lavoro e il miglioramento della qualità della vita in carcere. Questa iniziativa è particolarmente importante in quanto realizza un modello di economia del carcere innovativo, di cui non vi sono quasi esempi in Italia, puntando ad affrancare l'attività dell'impresa-carcere dal sostegno di enti esterni".

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