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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 09:24.

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(Corbis)(Corbis)

L'ultima tranche degli indennizzi per l'influenza aviaria è arrivata a destinazione, con il mandato di pagamento da parte della Regione Emilia Romagna a favore delle imprese costrette ad abbattere i capi contagiati, dopo l'epidemia partita nell'agosto scorso da un allevamento di Ostellato (in provincia di Ferrara) che fa capo al gruppo Eurovo. Complessivamente le aziende coinvolte, attraverso 18 allevamenti concentrati principalmente tra il Forlivese e il Cesenate, hanno ricevuto un risarcimento di quasi 9,5 milioni.

Risorse europee, anticipate dalla Regione nell'arco di appena 90 giorni, per la copertura dei danni diretti, quelli provocati oltre che dall'abbattimento degli animali contagiati dalla distruzione delle uova e dei mangimi. Ora resta da sciogliere il nodo dei danni indiretti causati dal blocco della movimentazione e dal mancato reddito provocato dallo stop alla commercializzazione. Danni che l'assessorato all'Agricoltura della Regione ha stimato in oltre 20 milioni. Se infatti il via libera di Bruxelles per il danno diretto è sempre scontato, non lo è altrettanto il riconoscimento di un indennizzo per i mancati ricavi, che per la Ue si possono configurare come aiuti di Stato, e quindi, come tali, non autorizzabili. In assenza di una sponda normativa per assicurare agli allevatori anche i risarcimenti per questa seconda tipologia di danni, la Regione sta valutando un percorso alternativo. La procedura è complessa e certamente richiede molto più tempo senza, peraltro, offrire in partenza la certezza che l'obiettivo possa essere centrato. Si tratta infatti di evidenziare la correlazione forte tra le misure di prevenzione e sicurezza sanitaria adottate dalle autorità e la ricaduta sulla redditività delle imprese. Un precedente c'è e risale al 2006. Anche allora gli allevamenti della Romagna, dove si concentrano i grandi gruppi del settore, furono interessati da una epidemia di aviaria. E per tutti arrivarono gli indennizzi anche per i danni indiretti. "Il nostro interlocutore – spiega l'assessore all'Agricoltura, Tiberio Rabboni – adesso è il ministero alle Politiche agricole. La proposta che abbiamo avanzato, dopo averla condivisa con le imprese, riguarda l'impatto economico provocato dalle limitazioni sanitarie. Alcune aziende hanno del resto subito danni davvero importanti. Si tratta però di una correlazione che Bruxelles aveva già contestato, sette anni fa, con la precedente epidemia". La Romagna, capitale italiana dell'avicunicolo, genera circa il 20% del volume d'affari della produzione e della lavorazione delle carni e l'11% della produzione delle uova. In alcuni dei 18 allevamenti interessati dall'epidemia in capi abbattuti sono arrivati fino a quota 600mila.

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