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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2014 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 10 gennaio 2014 alle ore 16:07.

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MILANO - Pasta Barilla, mele di Bolzano, carne del gruppo Cremonini, parmigiano Parmareggio, pane fatto a Modena (dalla East Balt) con farina dei Grandi Molini Italiani ricavata per il 60% da grano coltivato nella penisola. E poi caffè torrefatto a Milano (da Ottolina) e latte della Centrale del latte di Brescia.

McDonald's sarà pure uno dei simboli dell'America, ma nel nostro paese gli ingredienti sono sempre più made in Italy. «Solo che nell'immaginario, probabilmente, molti pensano ancora che la carne arrivi surgelata da qualche città degli Stati Uniti» ammette Roberto Masi, amministratore delegato di McDonald's Italia, un colosso presente in 20 regioni (manca il Molise), con 700mila clienti al giorno e 200 milioni di panini venduti ogni anno.

Invece, non solo la carne è 100% tricolore, ma anche il pollo (Amadori), le insalate (Icerberg nello stabilimento di Roma e Bonduelle in quello di Battipaglia). Il bacon arriva dallo stabilimento di Mantova di Italia Alimentari, il prosciutto dalla Beretta, i condimenti dalla IGreco di Cosenza, e la frutta – a parte le mele della bolazanina Vog – provengono dalla Macè di Ferrara. Anche brioches e muffin sono italiani: vengono prodotti dalla Freesystem di Napoli, mentre torte e dolci sono sfornati dalla Bindi e le arance per spremute vengono fornite dalla Oranfrizer di Catania. In tutto, i fornitori tricolori rappresentano il 60% del totale. Ma la quota potrebbe presto salire. E di parecchio. All'appello mancano infatti 23 mila tonnellate di patate consumate ogni anno. «Ci stiamo lavorando – conferma Masi – abbiamo avviato contatti con Coldiretti e alcuni dei principali produttori». Ora le forniture arrivano da Austria e Germania, perché in Italia non si coltiva la varietà di patate utilizzata da McDonald's, ma le cose potrebbero cambiare in un prossimo futuro: «Pizzoli – uno dei principali produttori italiani, ndr - sta realizzando uno stabilimento» per far fronte a parte del fabbisogno della multinazionale Usa. Aggiungendo al segmento food anche packaging, costruzioni, trasporti e servizi, il peso dei fornitori italiani raggiunge l'80% del totale.

McDonald's Italia, che ha chiuso il 2012 oltre il miliardo di ricavi (+2,5% sul 2011) e che archivierà un bilancio in crescita anche per il 2013 – a dispetto di un settore, quello dei pasti fuori casa, in calo del 3,5% circa – sta confermando il piano di investimenti da 500 milioni, 100 nuovi ristoranti e 3mila assunzioni in tre anni, avviato nel 2013. «Nella prima settimana di quest'anno ne abbiamo già inaugurati altri tre» precisa Masi: a Pontecagnano (Salerno), Truccazzano (Milano) e Villesse (Gorizia). Tra due settimane toccherà a Città di Castello Perugia) e a Bologna. Entro fine anno saranno 35, che si aggiungeranno ai 32 del 2013. Altri 38 apriranno nel 2015. Intanto, il nuovo segmento delle colazioni, in cui la multinazionale è sbarcata da appena quattro mesi, "pesa" già più del 2% ed è destinato ad arrivare al 5% in tre anni.

Una ricerca Sda Bocconi mette in evidenza l'impatto occupazionale di McDonald's in Italia: a fine 2013 si contavano oltre 17.600 addetti diretti (dipendenti più licenziatari; +5% sul 2012), saliranno a 18.676 a fine di quest'anno, con un ulteriore incremento del 6% che verrà confermato nel 2015, quando i dipendenti sfioreranno i 20mila. Gli addetti indiretti seguiranno un trend parallelo (passando da 6.450 a 6.810 a 7.230) portando il totale a oltre 24mila addetti totali nel 2013, destinati a diventare 27.160 alla fine del prossimo anno. Dalla ricerca emerge che il 94% degli addetti diretti sono assunti a tempo indeterminato, il 60% sono donne e l'85% italiani, quote decisamente superiori rispetto a quelle del settore ristorazione, che sono rispettivamente del 72%, del 40% e del 70. Lazio, Calabria, Lombardia e Sicilia sono le regioni dove il peso degli addetti McDonald's sul settore ristorazione è più elevato (mentre i ristoranti sono concentrati specialmente in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio). Mentre per quanto riguarda la categoria food & packaging, l'occupazione legata alla multinazionale si concentra in Emilia Romagna (43,4%), Campania (29,1%), Lombardia e Veneto (entrambe al 10,3%).

«Nonostante una crisi e una mancanza di fiducia nei consumatori che, secondo i nostri sondaggi, proseguirà ancora nel 2014 – afferma Roberto Masi – noi crediamo molto nell'Italia e negli italiani. Cerchiamo, anche con gli investimenti e le assunzioni, di trasmettere quella fiducia che ancora manca. Restiamo, invece, per ora molto critici nei confronti dei decisori». Da Masi, però, arriva anche una promozione: al Jobs Act del segretario Pd Matteo Renzi: «Una proposta concreta per uscire dall'emergenza occupazione, non sarà ancora completa ma almeno è una proposta. Non posso che applaudire alla volontà espressa nel documento di Renzi di sostenere le imprese che investono e soprattutto che creano lavoro in Italia. Noi lo stiamo facendo: 1.000 nuovi posti di lavoro nel 2013 e altrettanti pianificati nel 2014».

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