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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 15:39.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 15:48.

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Il gasdotto della Tap (Trans adriatic pipeline) non approderà nel Salento. Oggi il comitato tecnico regionale della Via (Valutazione impatto ambientale), a conclusione di un'istruttoria durata poche settimane, ha espresso il suo parere negativo. Tra le motivazioni che i tecnici hanno espresso, il pregio dell'area individuata come punto di approdo dell'opera, il litorale di San Foca nella marina di Melendugno nel Salento, il fatto che non è chiaro come il gasdotto, una volta arrivato nel Salento dal Mar Adriatico, si connetterà alla rete nazionale, e la mancanza di siti alternativi a San Foca. Meglio: i siti sono stati individuati, quattro in tutto compreso la marina di Melendugno, ma gli altri tre sono stati presentati in modo tale dalla Tap da escluderli sul piano della fattibilità.

Il no espresso oggi è il secondo che arriva dalla Regione Puglia. Nel 2011 il progetto del gasdotto era stato bocciato in quanto l'area di arrivo dell'opera era collocata in prossimità di una falesia, area con particolari e delicate caratteristiche geomoforlogiche. In tutti questi mesi il progetto della Tap - 40 miliardi di euro, 8 miliardi di metri cubi di gas annui trasportati dall'Azerbajian in Italia via Albania e Grecia - è stato duramente contestato nel Salento. In campo sono scesi diversi sindaci della zona e si è costituito anche un comitato No Tap. Una prova di come il percorso del progetto fosse quasi impossibile la si è avuta lo scorso 27 dicembre a Lecce, nel confronto promosso da Regione Puglia e Tap con i vari soggetti, compresi i movimenti ambientalisti. In quell'occasione sia il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che l'assessore regionale alla Trasparenza, Guglielmo Minervini, sono stati fortemente attaccati dai presenti, che hanno chiesto alla Regione di impugnare anche l'accordo internazionale con cui l'Italia ha accettato il gasdotto, ritenuto peraltro dall'Unione europea un'opera strategica.

Il no espresso oggi dalla Regione Puglia è solo consultivo ma è tuttavia difficile pensare che questo verdetto arrivato da Bari non abbia peso e influenza sul procedimento di Via nazionale. Nella stessa area della Puglia, a Otranto, è anche previsto l'approdo di un altro gasdotto che fa capo al progetto Igi Poseidon. Quest'ultimo ha già tutte le autorizzazioni, al contrario di Tap, ma non ancora la disponibilità del gas, tant'è che nei giorni scorsi da più parti si è prefigurata la possibilità di una fusione tra le due iniziative.

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