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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 16:41.
L'ultima modifica è del 15 gennaio 2014 alle ore 18:07.

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«La ripartenza dell'economia italiana è in carreggiata e si diffonde gradualmente tra territori e settori» ma «gli ostacoli credit crunch, minore competitività e perdita di occupazione continueranno a renderla lenta». È la fotografia scattata dal Centro studi di Confindustria nella Congiuntura flash. A dicembre, spiegano, «l'attività industriale é rimasta invariata; risulta dell'1% l'aumento nel quarto trimestre sul terzo (-2,8% nel 2013). Tale dinamica é coerente con un incremento del Pil in autunno, dopo la stagnazione dei mesi estivi».

Il commercio mondiale riprende a correre

Per Confindustria «i principali indicatori congiunturali, dalla produzione industriale alla fiducia e all'indice Pmi, hanno registrato ulteriori progressi». A questo si somma che «gli ordini non più solo esteri accelerano», il «commercio mondiale a ripreso a marciare» soprattutto grazie agli emergenti, «gli Usa consolidano il ritmo di espansione», «il Giappone risponde bene agli stimoli» e «anche la ripresa nell'Eurozona, per quanto sommessa, amplia gli sbocchi potenziali per il made in Italy». In questo scenario , sottolinea il centro studi di Confindustria «la zavorra al recupero di domanda e attività nel Paese è rappresentata: dal ritardo nell'aggiustamento della competitività di costo, dal razionamento del credito, causa maggiore rischiosità dei prestiti e bassa redditività delle banche, dalla debolezza del mercato del lavoro, con l'occupazione ancora in forte caduta».

Fondamentale per le imprese che siano pagati i debiti della Pa
In Italia la politica monetaria espansiva della Bce, la diminuzione dei tassi e il miglioramento dello scenario economico possono lubrificare il sistema creditizio ma «sono fondamentali la liquidazione di quanto stanziato per pagare i debiti della Pa e la valutazione dei bilanci bancari che verrà effettuata dalla Bce». C'è poi un' analisi sulla deflazione che «più che un rischio è lo strumento per correggere gli squilibri tra i paesi dell'eurozona, pericoloso con debiti pubblici e privati tanto alti perchè mantiene troppo caro il costo del denaro. In tale contesto l'aumento dell'Iva agisce sulle imprese oltre che sui consumi».

Crollo dei prestiti

A novembre, i prestiti alle imprese sono calati ancora dell'1,2%, si sottolinea in Congiuntura flash, «con un'accelerazione rispetto ai mesi precedenti, -0,4% in media da settembre 2011 a ottobre 2013. La caduta complessiva é del 10,5%, pari a -96 miliardi. Prosegue la stretta dal lato dell'offerta, come mostra il razionamento elevato: a dicembre il 14,5% delle imprese manifatturiere non ha ottenuto il credito richiesto» contro il 6,9% nella prima metà del 2011. A dicembre, inoltre, cala la disponibilità di liquidità delle imprese rispetto alle esigenze operative: 16 il saldo a dicembre, da 18 a novembre (32 nel 2007). Il 19,5% delle aziende, stima il CsC, si attende liquidità insufficiente nel primo trimestre del 2014, da 21,4%. E «ciò avviene - rilevano gli economisti di viale dell'Astronomia - nonostante la boccata di ossigeno data dai pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione».

Denaro caro

Le aziende italiane continuano anche a pagare caro il credito bancario, pur con tassi Bce «quasi nulli: per le pmi 4,5% a novembre, 2,9% per le grandi, in media 3,5%, a fronte di un Euribor a tre mesi dello 0,2%».

Meno occupati
Sul fronte occupazione, prosegue il calo degli occupati, pari a 55mila unità in meno a novembre, ma a un «ritmo lievemente più basso che nel primo semestre del 2013: nel bimestre ottobre-novembre la riduzione é risultata dello 0,4% sul terzo trimestre, quando era stata dello 0,3%, da -0,7% e da -0,5% nei due trimestri dell'anno». Dopo la pausa estiva «spiegata da fattori stagionali», le richieste di cassa integrazione sono tornate a crescere nell'ultima parte dell'anno e «le unità di lavoro a tempo piene coinvolte a novembre sono stimate pari a 350mila» e il tasso di disoccupazione, sempre a novembre, salito al 12,7%.

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