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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 17:51.

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Nel miele in vendita nell'Unione europea non è necessario indicare in etichetta la presenza di polline contaminato con organismi geneticamente modificati (Ogm). Lo rende noto la Coldiretti sulla base degli emendamenti votati dal Parlamento europeo sulla proposta di nuova direttiva per l'immissione in commercio dei prodotti biotech. Il testo modificato è stato adottato con 430 voti a favore, 224 contrari e 19 astensioni dal Parlamento europeo che, su richiesta della relatrice, Julie Girling, ha sospeso il voto finale per dare mandato alla stessa di negoziare con il Consiglio al fine di raggiungere un accordo in prima lettura.

Nuova direttiva
Secondo la relazione il polline, essendo una componente naturale specifica del miele, non va considerato un ingrediente e di conseguenza non sarà mai necessario indicare in etichetta la presenza di polline Ogm dal momento che le regole attuali prevedo di etichettare come Ogm un prodotto che abbia oltre la soglia dello 0,9% un singolo ingrediente geneticamente modificato. «Il rischio concreto – sottolinea la Coldiretti – è che venga venduto sul mercato miele con polline ogm senza nessuna indicazione in etichetta». Una forte preoccupazione per l'Italia che produce 15 milioni di chili «ma è costretta a importare oltre la metà del proprio fabbisogno, del quale 2 milioni provenienti dalla Cina con un aumento del 29% nei primi nove mesi del 2013».

Sentenza della Corte Ue
La legislazione attuale, infatti, non rende esplicito se il polline sia o meno un ingrediente del miele. In assenza di questa precisazione è stata la Corte di giustizia Ue, nel settembre 2011, a emettere una sentenza che invitava i produttori a considerare il polline come tale e, dunque, a indicare in etichetta eventuali tracce Ogm. «L'interpretazione del Parlamento europeo – continua la Coldiretti - non rispecchia neanche la posizione proposta dalla Commissione Ambiente del Parlamento, in linea con la sentenza della Corte di giustizia, secondo cui il polline è un ingrediente del miele e quindi la presenza di Ogm va indicata in etichetta».

Cresce l'import dalla Cina
«Si tratta di un orientamento preoccupante – conclude la Coldiretti – perché la coltivazione di un campo Ogm è in grado di determinare la contaminazione del miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api. In Italia grazie all'azione della Coldiretti è vietato coltivare Ogm e di conseguenza non è contaminato il miele prodotto sul territorio nazionale che è riconoscibile attraverso l'etichettatura di origine obbligatoria. Un discorso diverso vale per il miele importato in ingenti quantità da paesi comunitari ed extracomunitari in cui sono diffuse le coltivazioni biotech come la Cina».

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