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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 17:39.
L'ultima modifica è del 19 febbraio 2014 alle ore 19:51.

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Ventiquattro vetture storiche, dalla mitica Florio del 1924 che valse la vittoria al Drake alla monoposto da 880 cavalli con cui la rossa di Maranello arrivò alla doppietta di Monza nel 1988 (28 giorni dopo la morte del Mito modenese); 12 minuti di filmato emozionale sulla vita di Enzo Ferrari che ogni trenta minuti commuovono il pubblico con una proiezione a 360 gradi; 3.500 metri quadrati dove il museo prende vita tra archivi storici, mostre d'arte ed esperienze virtuali. È il nuovo Museo Enzo Ferrari, inaugurato dal presidente del Cavallino rampante, Luca Cordero di Montezemolo, che affiancherà il museo aziendale di Maranello.

Tra un pensiero e un lungo applauso per il pluricampione della rossa ancora ricoverato in ospedale, Michael Schumacher, e l'anticipazione dei «risultati straordinaria che il Cda della Ferrari approverà questo pomeriggio, battendo tutti i record», Montezemolo ha evitato le domande di politica ma si è speso a lungo sul significato del Mef di Modena. Una struttura «diversa ma complementare rispetto al museo di Maranello, il passato e il presente del marchio più forte al mondo», ha detto il presidente ricordando il primato riconosciuto alla scuderia dalla recente indagine Brand Firenze.

«Nel centenario della nascita di Enzo Ferrari inauguriamo un museo che dà ancora più responsabilità a chi come me da 23 anni ha l'onere e l'onore di gestire la Ferrari», ha detto Montezemolo tra la ressa di pubblico e giornalisti da tutto il mondo che hanno riempito il cofano di alluminio giallo ecosostenibile progettato dall'architetto Jan Kaplicky, di fronte alla casa dove nel 1898 nacque il Drake.

«Un bell'esempio di collaborazione tra pubblico e privato, in cui l'azienda di Maranello metterà impegno, ambizione e denaro», ha rimarcato il numero uno di Ferrari. La casa-museo inaugurata al pubblico nel 2012 è infatti proprietà dell'omonima Fondazione controllata - con quote paritetiche del 20% - da Comune, Provincia, Camera di commercio e Automobile Club d'Italia, ma ha avuto un avvio difficile nel primo anno e mezzo di vita gestita da enti no-profit, chiudendo il 2013 con 65mila visitatori.

«Oggi, sotto l'ombrello di Maranello, inizia un nuovo corso per il Mef, che non sarà una nicchia per appassionati ma un museo vivo per tutti, che racconta la storia di un uomo, della sua genialità, di un simbolo del made in Italy. Io vorrei superare i 100mila visitatori quest'anno, nonostante la partenza ritardata a metà febbraio, ma l'obiettivo per il 2015 è toccare i 145mila, traguardo del break even», precisa il direttore Antonio Ghini, che punta a replicare in via Paolo Ferrari a Modena il "miracolo" realizzato al museo di Maranello. Dove in un anno si è passati da 220mila a 322mila visitatori paganti (terzo museo d'Italia per rapporto tra biglietti staccati/fatturato dopo Castel Sant'Angelo a Roma e gli Uffizi di Firenze), di cui il 70% stranieri.

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