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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 06:42.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 13:59.

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(Corbis)(Corbis)

MILANO - Il prossimo intervento è previsto in Puglia, dove a disposizione ci sono circa 62 milioni di fondi regionali che serviranno per coprire 45 Comuni, 30 aree produttive, 590mila unità immobiliari (46%) abilitate a 30 Mbps. L'ultimo passaggio è una delibera della Giunta regionale, prevista per oggi e necessaria per formalizzare i numeri del progetto e per dare nomi e cognomi a centri e paesi che attendono l'arrivo "del futuro".
Sembra essere passata un'era geologica.

Eppure l'annuncio dei soldi (900 milioni di euro) per azzerare il digital divide e portare la banda ultralarga al Sud è di un anno fa: metà febbraio 2013. C'erano Fabrizio Barca al ministero per la Coesione territoriale e Corrado Passera a quello per lo Sviluppo economico. A distanza di 12 mesi, ma con in mezzo due cambi di governo, con il mese di marzo si arriva a un punto di svolta per il progetto del Mise con il quale si vuole portare la rete a banda ultralarga (da 30 a 100 Mbps) nelle cosiddette zone a fallimento di mercato. In pratica, in quelle zone in cui gli operatori non avrebbero convenienza a investire, lo Stato decide di intervenire creando le condizioni perché l'investimento diventi conveniente. Come? Con bandi messi in piedi grazie al modello a incentivo: il pubblico mette una parte dei soldi mentre il resto (il 30%) viene dagli operatori che vincono il bando. E che potranno mantenere in concessione rete e manufatti (curandone la manutenzione) offrendone l'affitto agli altri operatori.

Un modello semplice e che sulla carta è appetibile, ma che ha avuto un intoppo in Basilicata, per esempio, dove l'avviso con il quale si mettevano sul piatto 53,5 milioni è andato deserto. «Alla luce dei fatti, dobbiamo purtroppo ammettere che i requisiti richiesti erano troppo alti. Sarà necessario abbassare l'asticella per la riproposizione del bando. Cosa che faremo riducendo intorno al 30% i requisiti richiesti in termini di copertura», spiega Salvatore Lombardo, direttore generale Infratel, la società in house del ministero dello Sviluppo incaricata da redigere i bandi e di seguire l'avanzamento della partita.
Una sorte diversa è invece toccata a Campania e Molise. Qui ad aggiudicarsi entrambe le gare è stata Telecom (per i 118,34 milioni della Campania e per i 3,9 milioni del Molise). Quella in Campania è la fetta più consistente di una torta che per le regioni meridionali si sostanzia in 374 milioni. Con almeno il 30% di investimento degli operatori si arriva a 550 milioni di dote complessiva fra pubblico e privato. Del resto, senza un intervento pubblico è difficile che si possa arrivare alla copertura di quegli obiettivi previsti dall'Agenda digitale: dare i 30 Megabit a tutti e i 100 Megabit al 50 per cento della popolazione entro il 2020.

Da qui l'intervento nelle zone a fallimento di mercato, spingendo in particolar modo sulla fibra necessaria sia per le reti fisse sia per lo sviluppo dell'Lte (grazie al cosiddetto backhauling). Per minimizzare i costi, comunque, il piano declinato da Infratel tiene conto della possibilità di posa dei cavi ottici all'interno di infrastrutture già pensate per altro: fognature e illuminazione pubblica per esempio. In questo quadro, anche altre iniziative di infrastrutturazione in corso (teleriscaldamento, gas, rifacimenti stradali) possono far gioco. Certo, le infrastrutture sono conditio sine qua non, ma non sufficienti da sole a far svoltare. «Non dubiti: in Puglia sapremo farne tesoro», afferma Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo economico. «Qui – aggiunge – siamo molto avanti e l'esistenza di realtà produttive all'avanguardia, come le aziende dell'aerospazio, dimostrano la nostra sensibilità su innovazione, tecnologia e sviluppo».
Tutto semplice? Nient'affatto come dimostra il fatto che a imporsi nelle gare sia stato finora un unico operatore, Telecom, e come dimostra anche il caso della Basilicata. Ma con la chiusura delle offerte per la Calabria e il nuovo bando pugliese in questo mese di marzo il programma pubblico per la banda ultralarga nelle regioni del Sud avrà fatto un grosso passo in avanti, parte di un cammino che si concluderà in due-tre anni. Per Campania, Molise, Calabria, si parla di ottobre 2015 come data per l'ultimazione dei lavori. In Puglia un anno dopo.

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