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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2014 alle ore 09:09.
L'ultima modifica è del 07 aprile 2014 alle ore 09:33.

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Prima ancora d'iniziare Vinitaly riserva delle novità: ieri, all'anteprima veronese di OperaWine (i 100 migliori produttori), il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato che i fondi pubblici destinati al vino (regolamento europeo "Ocm unica") ammonteranno a 1,685 miliardi nel quinquennio 2014/18. Sono in media 337 milioni l'anno: per il 30% destinati alla promozione e per il resto al rinnovamento e all'innovazione dei vigneti.

In questo settore l'Italia è sempre stata diligente nello spendere le risorse assegnate (il tasso di spesa è stato del 99,8%).
Martina ha anche annunciato che «domani (oggi per chi legge, ndr) all'inaugurazione di Vinitaly a Veronafiere, ci sarà un importante annuncio su un'iniziativa che riguarda il vino a Expo 2015». Nel pomeriggio Martina dovrebbe annunciare che il progetto del padiglione del vino verrà affidato alla regia di Vinitaly con il coinvolgimento di Federvini e Uiv. Formalmente l'evento rientrerà nell'area del Padiglione Italia, ma – di fatto – dovrebbe essere un corpo a sé, separato e biplanare, fronteggiante il Padiglione europeo e il Padiglione Italia. Lo scorso autunno Veronafiere dichiarò che sarebbe costato 5 milioni.
Di certo questa mattina Martina inaugurerà il 48° Salone internazionale del vino e dei distillati (che terrà banco fino al 9 aprile), insieme al governatore veneto Luca Zaia e al sindaco di Verona Flavio Tosi. Quest'anno Vinitaly punta decisamente all'internazionalizzazione e alla leadership: supererà i 100mila metri quadrati di superficie espositiva netta, con oltre 4.100 espositori e 50mila operatori stranieri provenienti da 120 Paesi. «Il lavoro di sviluppo – ha spiegato il presidente di Veronafiere Ettore Riello – ci ha permesso di superare per la prima volta i 100mila metri quadrati espositivi, con il sold out già da molti mesi».

Novità assolute di quest'anno sono Vininternational, International buyers' lounge e Vinitalybio. Vininternational – International wine production, rende per la prima volta organica la presenza degli espositori esteri all'interno di un padiglione che ne ospita più di 70 dai principali Paesi produttori. «L'incoming – osserva il direttore generale Giovanni Mantovani – è la vera scommessa di Vinitaly, ci giochiamo le chance di leadership mondiale: siamo convinti che questa potrà conquistarla soltanto un grande paese produttore perché non ti vende solo il vino ma anche quello che c'è dentro». Infatti sono stati investiti 1,5 milioni per promuovere Vinitaly all'estero e per l'incoming di buyer a Verona durante la manifestazione, in particolare in Giappone, Germania, Nord Europa, Nord America, Russia e Cina.
«La presenza di 70 produttori esteri – ha osservato Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola – è un ottimo inizio per Vinitaly. Se si amplierà di più la presenza degli stranieri nei prossimi anni allora Vinitaly non sarà più il Salone del vino italiano ma uno show del vino mondiale. E tutti i buyer mondiali dovranno parteciparvi». Più tiepido Riccardo Illy, presidente del gruppo omonimo che controlla anche il Brunello di Montalcino Mastrojanni. «Vinexpo - ha detto – è la rassegna completa dei vini francesi e Vinitaly quella degli italiani; solo la tedesca ProWein ha una presenza più variegata dei produttori». Ciò detto «Mastrojanni – ha concluso Illy – ha una forte proiezione internazionale, con una ampia presenza negli Stati Uniti». «Il nostro obiettivo - ha aggiunto Mantovani - è di ampliare la presenza degli espositori esteri per fare in modo che tutto il mondo venga a Verona. Ma continueremo a organizzare degli eventi all'estero per promuovere le nostre aziende: prossimamente potremmo organizzarne anche con l'Union des Grands Crus de Bordeaux». Su Vinitaly ed Expo Mantovani ha detto soltanto che «il 2015 riserverà grandi sorprese».

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