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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2014 alle ore 19:05.
L'ultima modifica è del 26 maggio 2014 alle ore 19:12.

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Sì a un ridimensionamento dei super-incentivi al solare fotovoltaico, anche con misure retroattive. Utilizzando i risparmi non solo per alleggerire le bollette energetiche degli italiani (come vuole fare il Governo) ma anche per finanziare una nuova spinta all'efficienza energetica. Via libera dunque a un nuovo piano nazionale per i trasporti collettivi, specie nelle grandi città.

E largo ai condizionatori a pompa di calore nelle abitazioni, abolendo (come del resto promette di fare l'Authorithy dell'energia con il beneplacito del Governo) la fortissima progressività delle nostre tariffe, che ora ci induce a limitare i consumi anche quando il ricorso all'elettricità anziché al gas o al gasolio ci farebbe risparmiare.
E' destinata a creare non poche frizioni tra le associazioni ambientaliste la ricetta sugli incentivi "verdi" che verrà presentata oggi dagli Amici della Terra, storica associazione che si dissocia apertamente dalla difesa dei cospicui benefici garantiti negli scorsi anni agli impianti fotovoltaici ed eolici. Che secondo l'associazione andrebbero anzi chiamati ad un "contributo compensativo" per restituire una parte dei benefici ricevuti. A sostegno - insistono gli Amici della Terra - di una radicale revisione delle priorità e degli strumenti di sostegno dell'economia verde, privilegiando appunto le soluzioni e le tecnologie per l'efficienza energetica ma anche un potenziamento degli incentivi ad altre fonti verdi che secondo l'associazione hanno un potenziale colpevolmente sottovalutato: ad esempio le rinnovabili termiche (recupero di calore nei processi industriali, teleriscaldamento, solare termico).
Gli inganni della Ue
La correzione di rotta è più urgente di quel che si crede, incalza l'associazione contestando i messaggi rassicuranti che vengono dalle istituzioni. Il presunto taglio delle nostre missioni del 16% rispetto al 1990 certificato dalla Ue che attribuisce gran parte dei risultato al progresso delle fonti rinnovabili? Un inganno, un effetto distorto – si afferma - dei criteri fuorvianti indicati dalla stessa Unione europea sia per il taglio delle emissioni che per gli obiettivi di efficienza energetica.
La verità? Combinando correttamente gli indici sulla produzione interna con quelli sulla delocalizzazione di molte nostre attività produttive tra quelle più energivore, sull'uso complessivo delle componenti energetiche e sulle emissioni emerge invece "con chiarezza - si sostiene nello studio - che il principale fattore dei risultati ottenuti tra il 2008 e il 2012 nelle politiche energetico-ambientali è stata la crisi economica, che ha determinato il contenimento delle emissioni di gas serra per il 46,3%, il secondo è stato il miglioramento dell'efficienza energetica che ha contribuito per il 31%, per un impatto doppio rispetto a quello della crescita delle rinnovabili, che ha contribuito per il 16,7% mentre il 6% della riduzione deriva da processi di emissione non energetici".

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