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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2010 alle ore 14:49.

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A quasi due anni dal varo del piano casa – 1° aprile 2009 – le regioni continuano a legiferare, affrettandosi a spostare scadenze e limitazioni per cercare di favorire le domande dei privati. Le istanze presentate fino a oggi sono state un po' ovunque fortemente al di sotto delle aspettative – con le eccezioni di Veneto e Sardegna – e da più parti si è sentita la necessità di rivedere le leggi regionali, per ammorbidire la normativa in vigore o allungarne i tempi. Solo nelle ultime settimane quattro consigli regionali hanno approvato i disegni di legge varati dalla giunta, sfruttando le ultime votazioni dell'anno, mentre in Emilia Romagna il piano casa si chiude il 31 dicembre, a meno che la regione non decida una proroga in extremis.

In Toscana, dove il termine era previsto per il prossimo 31 dicembre, le modifiche della legge regionale 24/2009 sono state comprese nel maxi-emendamento alla Finanziaria votato nell'ultimo consiglio regionale per prorogare di un anno il piano casa: il provvedimento è rimasto sostanzialmente invariato nei termini, ma con 12 mesi in più (fino al 31 dicembre 2011) per presentare le domande.

Tempi più lunghi anche nelle Marche, dove – oltre alla proroga fino al 30 giugno 2012 – è stato esteso il ventaglio di possibilità di intervento. Innanzitutto è stato abolito il limite per l'ampliamento di 200 metri cubi per il residenziale e di 400 metri cubi per il non residenziale. Inoltre, l'aumento di volumetria permette di recuperare i sottotetti a fini abitativi, abbassando di 30 centimetri l'altezza necessaria (da 2,70 a 2,40 metri). Questa possibilità viene estesa anche nei centri storici (purché non venga modificata la sagoma dell'edificio) dove si potranno anche demolire e ricostruire gli edifici realizzati dopo il 1950 «non coerenti architettonicamente con gli edifici circostanti». Infine, per gli interventi di sostituzione edilizia con bonus volumetrico viene concessa una doppia possibilità: un aumento dell'efficienza energetica del 15% rispetto alla normativa nazionale con un premio del 30% del volume, o un premio del 40% del volume se si ha un risparmio energetico corrispondente al punteggio 2 del protocollo Itaca Marche.

Anche in Umbria il consiglio regionale ha approvato le modifiche al piano casa offrendo possibilità maggiori per chi aumenta i livelli di sicurezza, di efficienza energetica e di qualità architettonica degli edifici. Il mancato decollo della normativa ha portato la regione ad allargare le maglie della normativa cercando di incentivare il risparmio energetico. Gli interventi che prevedono premialità di ampliamento della superficie riguardano sia gli edifici a destinazione residenziale che a destinazione produttiva, oltre a quelli presenti in aree rurali: l'ampliamento della Suc esistente è incrementato del 25% (fino a un massimo di 80 metri quadrati) se l'edificio è classificato in classe A e del 15% se invece è in classe B.
Se gli edifici prevedono anche l'installazione di impianti fotovoltaici si può ampliare di un ulteriore 5% la superficie, che viene incrementata di un altro 5% nel caso di interventi che prevedano la rimozione di tutte le coperture in amianto.


Se gli interventi vengono effettuati su aree industriali dismesse classificate come siti da bonificare si aggiunge ancora un 10 per cento. Per capire se queste estensioni saranno davvero applicabili si dovrà aspettare di vedere cosa faranno i comuni, che hanno 60 giorni di tempo per escludere ulteriori aree dall'applicabilità della normativa o stabilire limiti inferiori di incremento.

Via libera all'ampliamento anche agli edifici che non sono prima casa in Campania, secondo quanto prevedono le modifiche alla legge regionale 19/2009 approvate dal consiglio lo scorso 20 dicembre. Inoltre, l'ampliamento del 20% è ora possibile anche per gli edifici che non superano i 1.500 metri cubi e per gli edifici residenziali con tre piani fuori terra. Sono previsti interventi sull'edilizia rurale e la riconversione al residenziale dei siti industriali dismessi anche per superfici superiori ai 15mila metri quadrati. Anche in Campania c'è un anno in più di tempo per la presentazione delle domande: il termine scade a giugno 2012.

Con il nuovo anno modifiche al piano casa in senso liberalizzante potrebbero arrivare anche in Liguria e Piemonte. In Liguria, dove il Ddl approvato dalla giunta andrà al voto del consiglio a gennaio, il testo prevede una proroga dei termini fino al 31 gennaio 2013 e l'ampliamento per gli impianti produttivi con un vincolo di destinazione d'uso per 20 anni. In Piemonte, invece, il disegno di legge è in discussione in commissione e presto dovrebbe passare al vaglio del consiglio regionale e contiene modifiche che permettono di intervenire nei centri storici e in edifici a destinazione mista.

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