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Libia, incursione egiziana a Derna; Isis e Boko Haram verso la Tunisia

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oggi il consiglio di sicurezza dell’Onu

Libia, incursione egiziana a Derna; Isis e Boko Haram verso la Tunisia

Forze speciali egiziane hanno compiuto un'incursione terrestre a Derna, la città dichiaratasi Califfato dell'Isis nell'est del paese. Il commando ha “catturato 55 elementi del Daesh”: lo precisano fonti concordanti egiziane e libiche senza fornire altri dettagli.

Intanto, le milizie islamiste di Misurata cingono d'assedio ma non hanno ancora espugnato Sirte, la città portuale libica, i cui principali edifici governativi e di potere sono stati occupati la scorsa settimana dall'Isis. Secondo fonti dell'emittente satellitare Al Jazeera, il governo guidato da Omar al Hassi e insediato a Tripoli ha sferrato l'offensiva con i 2.800 uomini del battaglione 166 di Misurata. Fonti locali indicano che, dall'altra parte, difenderebbero le posizioni dello Stato islamico circa 400 jihadisti, al momento ancora in controllo dei principali edifici del potere nella città natale di Muammar Gheddafi.

E movimenti si registrano al confine con la Tunisia. Gruppi di terroristi dello Stato islamico e di Boko Haram sono in movimento in queste ore verso il confine con la Tunisia, secondo quanto ha annunciato il premier libico, Abdullah al Thani, nel corso di un'intervista alla radio tunisina «Express Fm». Secondo il capo del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, i terroristi di questi due gruppi starebbero per unirsi per poi raggiungere i gruppi armati già presenti in Libia.

Per quanto riguarda i raid aerei egiziani in Libia, al Thani ha precisato che sono stati eseguiti su sollecitazione del suo governo ed effettuati in coordinamento con il suo esercito, sottolineando come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si sia rifiutato di autorizzare l'invio di armi e munizioni alle forze armate libiche per combattere i terroristi.

Intanto, Europa e Stati Uniti si schierano apertamente per una soluzione politica della crisi libica, in un apparente no alla richiesta egiziana al consiglio di sicurezza dell'Onu di autorizzare l'intervento militare nello stato nordafricano sconvolto dalla guerra. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha detto che «non c'è scelta» se non quella di creare una coalizione globale per combattere gli estremisti islamici in Libia, dopo che il Cairo ha lanciato una serie di attacchi aerei per rispondere alla decapitazione di 21 cristiani copti egiziani da parte dell emilizie jihadiste.

La questione verrà affrontata dal Consiglio di sicurezza Onu oggi, su richiesta del ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, che vuole un «pieno sostegno» e l'autorizzazione all'uso della forza contro i jihadisti in Libia. I Paesi arabi si sono detti favorevoli, pur sottolineando che l'invio di una forza militare richiede l'assenso del governo libico, abbastanza difficile da ottenere visto che in Libia oggi siedono due parlamenti e due governi rivali, uno con legami con gli islamisti, l'altro riconosciuto dalla comunità internazionale.

I Paesi occidentali sembrano aver preso le distanze dalle richieste egiziane, affermando che il tentativo negoziale sotto l'egida Onu è la «migliore speranza» per la pace. In una nota emessa ieri sera Italia, Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna affermano che la decapitazione dei copti «sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, Isis compreso». I Paesi occidentali annunciano che l'inviato Onu per la Libia Bernardino Leon «convocherà nei prossimi giorni delle riunioni per coagulare ulteriore sostegno da parte libica ad un governo di unità nazionale».

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