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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2010 alle ore 16:44.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2010 alle ore 16:07.
Da oggi, sono sospese tutte le agevolazioni per gli abbonamenti postali a libri, quotidiani e periodici. Lo prevede un decreto dello Sviluppo economico pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale che individua nel 31 marzo 2010 l'ultimo giorno di applicazione degli "sconti" tariffari previsti per la spedizione dei prodotti editoriali. Una decisione nell'aria, dettata dall'impossibilità di sostenere ulteriormente gli oneri, a carico dell'Erario, per i rimborsi a Poste Italiane.
Nel 2009, si legge nelle premesse del provvedimento, è risultato, infatti, uno scostamento al rialzo del volume totale delle agevolazioni tariffarie effettivamente praticate superiore al 10% e quest'anno, sottolineano da Via XX Settembre, le risorse disponibili per le compensazioni - pari a 50 milioni di euro - non sono sufficienti a coprire gli esborsi previsti. Si pensi, che nei primi 3 mesi dell'anno, i "crediti" maturati da Poste per l'applicazione delle tariffe agevolate a favore dell'editoria e del terzo settore, ammontano già a circa 50 milioni di euro. Praticamente, quasi quanto l'intero stanziamento accantonato per tutto il 2010.
Lo Stato quindi stringe la cinghia, anche se il decreto del ministro Claudio Scajola lascia aperta la possibilità di «poter determinare tariffe agevolate per i residui periodi dell'anno 2010». Un'eventualità, tuttavia, subordinata al «sopravvenuto accertamento di risorse finanziarie nell'ambito del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri», che, allo stato dell'arte, lascia spazio davvero a poche speranze.
Critica il provvedimento, la Fieg, la federazione italiana editori di giornali, secondo cui la «sospensione delle tariffe agevolate avrebbe l'insostenibile effetto di far gravare sugli editori tale onere». Peraltro, con effetto retroattivo: e, cioè, imponendo la tariffa piena non rivista anche agli abbonamenti in corso retti da condizioni non più negoziabili, con un aggravio di costi - dicono - «pesantissimo» per i già difficili bilanci delle imprese che si avvalgono del servizio postale. Chiede un «immediato dietrofront» anche l'Aie, l'Associazione nazionale degli editori, che spinge per l'avvio di un tavolo di confronto con l'Esecutivo «per l'individuazione di soluzioni sostenibili per tutti i settori interessati».