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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 18:23.
Un nuovo processo alla Corte d'Appello di Milano a carico del senatore Marcello Dell'Utri.
La Sesta sezione penale della Cassazione ha, infatti, annullato oggi la decisione con cui la corte ambrosiana nel 2009, dopo aver derubricato l'accusa di tentata estorsione in minacce gravi, aveva dichiarato prescritto il reato a carico del senatore coinvolto con il boss Vincenzo Virga in un'imputazione di tentata estorsione a carico del presidente della pallacanestro Trapani Vincenzo Garraffa.
A quest'ultimo sarebbe stato chiesto di corrispondere (nell'interesse della società Publitalia 80, di cui dell'Utri era presidente) in contanti e in nero una somma equivalente al 50% della sponsorizzazione concessa alla pallacanestro Trapani dalla società Birra Messina, azienda appartenente al gruppo Dreher, per un totale di circa 1.500 milioni di lire tra il 1991 e il 1992. Contro il verdetto, che aveva deciso per la prescrizione, avevano fatto appello, oltre al procuratore generale di Milano e a Vincenzo Garraffa, lo stesso dell'Utri, interessato a essere assolto nel merito.
Occasione offerta ora dalla Cassazione, che stabilisce la riapertura del processo rinviando il procedimento alla Corte d'Appello di Milano, che avrà in particolare il compito di verificare l'eventuale sussistenza della minaccia e la configurabilità della desistenza volontaria del tentativo di estorsione.
Secondo gli ermellini, appare infatti «insuperabilmente contraddittorio argomentare della sussistenza della minaccia che costituisce elemento costitutivo del delitto di tentata estorsione, ma al tempo stesso affermare che essa non avrebbe avuto ‘sicura natura estorsiva' e, contestualmente, ritenere che poiché a quella minaccia – di fatto – non ne erano seguite altre il tentativo di estorsione si era "estinto" per desistenza volontaria».