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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2010 alle ore 20:01.
Ici, Irpef, imposte ipocatastali e di registro: dovrebbero essere questi i capisaldi della futura Imu o service tax sugli immobili che dir si voglia. La conferma giunge dal presidente dell'Anci Sergio Chiamparino che chiarisce però di non aver visto ancora alcun testo. A contenerla sarà il decreto attuativo sull'autonomia tributaria dei comuni che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha annunciato come imminente e che dovrebbe arrivare la prossima settimana.
L'annuncio giunge in concomitanza con la protesta delle autonomie locali contro la manovra che si è svolta a piazza Navona a Roma. Una manifestazione variopinta e rumorosa a cui ha partecipato qualche centinaio di primi cittadini con fascia tricolore d'ordinanza (ma listata a lutto) e cartelli a mo' di cappio al collo e una trentina di presidenti di provincia. Il tutto a 50 metri dal Senato che è chiamato a esaminare il decreto legge con la correzione dei conti 2011-2012.
Il motivo della reunion lo ha spiegato lo stesso Chiamparino: «Noi non chiediamo la luna, noi vogliamo semplicemente che sia riconosciuta la nostra dignità costituzionale». A far discutere sono i 14,8 miliardi chiesti a regioni ed enti locali. Se unico è il fine che li ha portati in piazza da tutta Italia, diversi sono però i toni e i sentimenti che si sono registrati nelle dichiarazioni sia di chi è salito sul palchetto allestito per l'occasione, sia di chi è rimasto ai margini. Con gli amministratori di centrosinistra che hanno sparato a zero sul governo colpevole di «mettere a rischio il federalismo» e «penalizzare il Sud» e quelli di centrodestra che si sono concentrati sul rischio di «dover tagliare i servizi ai cittadini» e sull'esigenza di distinguere tra «virtuosi e non». Senza contare i numerosi primi cittadini leghisti che lanciano più di una frecciata ai 300 milioni trovati per sanare i conti di Roma capitale.
Aldilà delle differenze di toni e di sfumature, un primo obiettivo sindaci e presidenti di provincia l'hanno ottenuto: essere ricevuti di lì a poco dal presidente del Senato Renato Schifani, prima, e dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, poi. «Interlocutorio» il risultato che comuni e province hanno portato per ora a casa, come ha rivelato Chiamparino: Schifani ha assicurato che, intercettazioni o no, alla manovra sarà garantita «ampia discussione»; Tremonti ha invece assicurato la disponibilità ad «aprire una discussione sul patto di stabilità» chiaramente a saldi invariati. Tanto basta al sindaco di Torino per dire che «le acque si sono smosse». Se poco o molto lo si vedrà strada facendo in parlamento. Con la manovra e con i decreti attuativi del federalismo.
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