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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2010 alle ore 10:55.
Ryanair, secondo la Guardia di finanza, non ha dichiarato al Fisco incassi per 350 milioni di euro, dal 2005 al 2009. Sulla compagnia aerea low cost il nucleo di polizia tributaria di Roma ha svolto una lunga verifica fiscale, durata diversi mesi e giunta al termine: nel mirino, i ricavi in Italia dell'azienda di volo irlandese. E sotto la lente degli uomini della finanza sono finiti, in particolare, quelli che riguardano i voli nazionali: negli ultimi cinque anni ammontano a oltre 350 milioni, a cui occorre aggiungere più di otto milioni di Iva non versata.
L'attività di verifica è scattata in base all'ipotesi, poi consolidatasi secondo le Fiamme gialle, che Ryanair abbia una «stabile organizzazione» in Italia. La compagnia aerea però sostiene che non c'è e che, al contrario, il business è tutto gestito in Irlanda, sede principale, senza necessità di un collegamento, anche solo giuridico, con l'Italia. I finanzieri, invece, affermano di aver trovato ampi riscontri nelle dieci basi in cui opera Ryanair: Roma-Ciampino, Bergamo-Orio al Serio, Alghero, Brindisi, Bari, Bologna, Cagliari, Pescara, Pisa e Trapani.
Altri riscontri sarebbero stati individuati in una serie di società di gestione aeroportuale ed enti pubblici del settore aereo, che hanno rapporto e relazioni con la compagnia aerea. Non solo: in relazione agli accertamenti svolti dalla polizia tributaria, nelle dieci basi operative di volo lavorano circa 400 persone tra piloti, assistenti di volo e di terra.
La «stabile organizzazione», insomma, non è formalmente costituita ma la Gdf sostiene che c'è una struttura organizzativa di uomini e mezzi che configura un vero e proprio gruppo imprenditoriale. Con una rete complessa di relazioni comerciali, di contratti e di rapporti avviati da Ryanair in Italia fin dal 2004. I finanzieri, peraltro, non possono non notare che altre compagnie low cost svolgono, invece, attività in Italia con «stabili organizzazioni» regolarmente dichiarate.
Il sospetto, insomma, è che la posizione fiscale della compagnia di volo sia anomala. E così ha cominciato a prendere corpo l'attività di verifica e di controllo dei finanzieri. Gli uomini del nucleo di polizia tributaria di Roma, a questo punto, hanno dovuto ricostruire la presunta vicenda dei ricavi sottratti al Fisco. Attraversando il terreno accidentato delle convenzioni internazionali che escludono le doppie imposizioni, cioè la tassazione di uno stesso reddito due volte, in caso di rapporti bilaterali in due nazioni.