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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 17:49.
Una cedolare sugli affitti al 25% non aprirà il mercato delle locazioni. Anzi: «servirà solo ai comuni per far cassa con l'emersione del nero». È una bocciatura a tutto tondo quella del presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani alle anticipazioni sul «Sole24Ore» in edicola del contenuto del quarto decreto attuativo sul federalismo fiscale, che sbarcherà domani in consiglio dei ministri. Per Sforza Fogliani, il federalismo municipale «debutta male» e, probabilmente, ha aggiunto, «chi sta tuttora lavorando al decreto ignora che la redditività della locazione è oggi a livello zero».
Inoltre, ha ricordato il numero uno di Confedilizia, una cedolare al 25% è una misura ben differente dal livello di tassazione degli affitti in Europa ed è addirittura il doppio rispetto alla tassazione dell'investimento in strumenti finanziari (attualmente, al 12,5%), con una discriminazione per gli investitori in edilizia che non ha nè eguali nè giustificazione alcuna».
Critico anche il giudizio del Pd. Il coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd della Camera, Francesco Boccia ha parlato di «una trovata truffa, modello devolution». Per Boccia, infatti, «chi mai crederà a una riforma le cui coperture sono rinviate alla prima Finanziaria della prossima legislatura?». L'esponente del Pd ha poi ricordato come sulla cedolare secca per gli affitti «noi siamo sempre stati d'accordo, tant'é che la prima proposta di legge che giace ancora in Parlamento é del Pd (ed é ferma per il no di Tremonti). Siamo, invece, sempre più preoccupati sul federalismo, perché emerge sempre più chiaramente il gioco di scatole cinesi che sta facendo il Governo, forse all'insaputa di Bossi e del suo partito».
Per il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, la cedolare secca «va bene» purché serva ad abbattere il costo degli affitti e a combattere l'evasione fiscale. «Non vorremmo - ha detto - che tale misura vada ad esclusivo vantaggio dei proprietari, ma a trarne beneficio dovranno essere anche e soprattutto gli inquilini, magari attraverso la possibilità di scaricare dalla propria dichiarazione dei redditi le spese sostenute per l'affitto». Secondo i calcoli dell'Osservatorio della Federconsumatori sul fenomeno "sempre più diffuso" degli affitti in nero e sull'aumento subito dai costi di questi ultimi, emerge che dal 2001 al 2009, sono cresciuti del 79%, superando la media della quota mille euro al mese.