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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2010 alle ore 08:21.
ROMA - I contratti su derivati stipulati dal Comune di Roma tra il 2003 e il 2007 sono al vaglio della Procura della capitale che indaga, per ora contro ignoti, per l'ipotesi di reato di truffa aggravata. L'inchiesta, come apprende il Sole 24 Ore, è partita un anno fa e si sta concentrando sui contratti stipulati dal Campidoglio con sette istituti di credito: Ubs, Deutsche Bank, JP Morgan, Morgan Stanley, Dexia, Banca Opi e Barclays. Nei mesi scorsi le indagini, affidate al procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno subito un'accelerazione.
In Procura sono stati sentiti come testimoni non solo i funzionari del Comune (all'epoca amministrato da Walter Veltroni) e i manager delle banche che si occuparono della stipula dei contratti, ma anche alcuni componenti della giunta guidata da Gianni Alemanno, per capire le motivazioni dello smantellamento della struttura incaricata di occuparsi dei derivati creata dalla precedente amministrazione. Nel frattempo gli uomini della Guardia di Finanza hanno acquisito tutta la documentazione in possesso del Comune. Adesso tutto il materiale è al vaglio degli inquirenti. Il sospetto, rivelano fonti vicine all'inchiesta, è che si siano verificate irregolarità e che le banche possano avere lucrato ingenti commissioni occulte, in analogia con quanto si ipotizza nell'inchiesta sui derivati del Comune di Milano (vai alla mappa delle indagini sui derivati).
Tra il 2003 e il 2007 il Campidoglio ha stipulato contratti su derivati per un valore di svariati miliardi di euro. Nel 2003 il Comune lancia un primo prestito obbligazionario da 1,4 miliardi, al tasso fisso con cedola annua pari al 5,375%, articolandolo in tre tranche successive, una da 600 milioni e due da 400. A fronte dell'emissione di tipo bullet, il Comune stipula operazioni in derivati per ricreare un piano di ammortamento del nozionale. A tal fine il Campidoglio si avvale di due strumenti: un amortising swap, e un sinking fund, vale a dire un fondo di ammortamento del debito. Attraverso l'amortising swap il Comune riceve annualmente un flusso prefissato necessario al pagamento della cedola in cambio di una quota di ammortamento del debito e di una quota di interesse passivo. Le quote di capitale versato sono depositate su un sinking fund di proprietà della banca sul quale il Comune vanta un pegno di diritto reale, che immunizza il rischio legato alla controparte bancaria, ma lascia esposti al rischio di credito degli investimenti del fondo, scelti dalla Banca. La struttura di amortising viene creata con tre operazioni su derivati: il 12 dicembre 2003 viene stipulato uno swap con Ubs per un nozionale di 600 milioni; il 7 dicembre 2004 viene negoziato con Jp Morgan uno swap "fisso contro fisso step up" per un nozionale di 200 milioni e il 17 dicembre un analogo contratto con controparte Deutsche Bank (poi sostituita, per inadempienza, con Jp Morgan); uno swap "fisso contro variabile" da 400 milioni con Ubs il 23 novembre 2005. Il 28 dicembre 2007 l'emissione obbligazionaria viene modificata, prolungando la scadenza di oltre 15 anni, fino al 27 gennaio 2048, il tasso annuo è ridotto al 5,345%.