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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2010 alle ore 08:01.
ROMA
Le procedure saranno pure semplificate, ma per ora sulla carta. E un conto è scriverlo, un altro tradurlo in pratica. Passaggio che preoccupa assai i soprintendenti, chiamati dal 10 settembre prossimo – almeno nelle regioni a statuto ordinario – a dare seguito all'autorizzazione paesaggistica in versione snella, prevista per una lista di 39 interventi di lieve entità. Secondo i soprintendenti, il rischio è che si finisca per allentare i controlli.
Non usa giri di parole Giuseppe Zampino, a capo della soprintendenza di Salerno e Avellino, finora una delle più severe d'Italia, con una richiesta bocciata ogni tre. «Le istruttorie – afferma – saranno meno oculate. Faremo di tutto per organizzarci, ma non sarà facile. Anche la qualità dei progetti rischia di peggiorare. Senza dimenticare che un intervento, per quanto lieve, in zone di pregio come la costiera amalfitana, può sempre rappresentare un bubbone sul paesaggio circostante».
Il problema sono i tempi ristretti imposti dalle nuove regole (contenute nel Dpr 139/2010) e la carenza di personale. «Diminuiscono i tempi, aumentano le difficoltà», sintetizza Alberto Artioli, soprintendente responsabile di Milano e di altre otto province lombarde. «Vista la carenza strutturale di organico e gli attuali carichi di lavoro, sarà difficile rispettare i 25 giorni che l'autorizzazione semplificata ci impone».
Non va poi sottovalutato – come sottolinea Gabriele Tola, alla guida delle soprintendenze di Cagliari, Oristano, Sassari e Nuoro – che i piccoli interventi «non sempre hanno un impatto poco significativo». E per quanto le regioni a statuto speciale debbano prima "recepire" le nuove regole, per cui per il momento tutto continuerà come prima, non c'è da stare allegri. Il problema è solo rimandato. «I tecnici – aggiunge Tola – sono già in affanno e il dimezzamento dei tempi finirà per tradursi in una diminuzione dei controlli sugli interventi minori. E rischia di farne le spese il paesaggio».
La manovra di semplificazione non è, però, finita con il Dpr 139. Sul tavolo del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, c'è infatti una bozza di articolato che prevede ulteriori interventi di snellimento delle procedure per l'autorizzazione paesaggistica, dove potrebbe trovare posto anche un allentamento del vincolo sulle sanatorie, che ora il codice dei beni culturali e del paesaggio esclude in modo categorico. L'ipotesi è di ammetterle per gli interventi minori.