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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2010 alle ore 08:02.
MILANO
Sempre più lavoro occasionale di tipo accessorio. Ad agosto i voucher hanno varcato la soglia degli otto milioni. È quanto emerge dalla nuova rilevazione dell'Inps (dati aggiornati al 3 settembre). In particolare, sono stati venduti 8.102.579 buoni, di cui 7,4 milioni cartacei e 650mila per via telematica. Considerato che a fine luglio i voucher venduti erano oltre 7,3 milioni, in un mese la crescita è stata dell'11 per cento. Il tutto in linea con le esigenze delle imprese che, dal turismo al commercio, nel periodo estivo tendono a puntare su questo strumento per gestire i picchi stagionali in maniera flessibile.
I prestatori d'opera che hanno potuto fruire dei buoni lavoro sono 150mila, il 10% sono lavoratori stranieri. Le vendite sono state più consistenti in agricoltura. Segue nella classifica la voce "altri settori": ne fanno parte quegli impieghi che non sono compresi nelle altre categorie definite dall'Inps (si veda la tabella in basso). Al terzo posto le manifestazioni sportive, culturali, caritatevoli (compresi i lavori di emergenza o di solidarietà). Quanto poi alla diffusione di questo strumento sul territorio, il maggior numero di buoni lavoro è stato venduto in Veneto (1.312.026). Seguono Emilia-Romagna (1.014.807) e Lombardia (920.613).
L'ultima rilevazione segnala un leggero risveglio del Sud, dove il voucher ha ancora margini di crescita: in Calabria, ad esempio, sono stati venduti quasi 31mila voucher contro le 14mila unità di metà giugno. Analogo trend in Puglia: da 74mila a 112mila buoni lavoro venduti; la Campania è passata da 62mila a oltre 88mila.
Il voucher è uno strumento utile contro il sommerso. Garantisce la retribuzione, la copertura previdenziale presso l'Inps e quella assicurativa presso l'Inail. L'obiettivo, spiega il presidente dell'istituto di previdenza Antonio Mastrapasqua, è in primo luogo «creare una coscienza previdenziale, soprattutto nei giovani, fondamentale dopo l'adozione del metodo contributivo»; quindi rendere il sistema voucher «il più banale possibile», così da convincere, sulla base «di un approccio amichevole al buono lavoro», il maggior numero di committenti e lavoratori dei vantaggi di questa soluzione. L'attivazione della vendita dei buoni lavoro in tabaccheria - oggi, spiegano dall'Inps, gli esercizi che effettuano questo servizio sono 2.900; in un mese le vendite tramite questo canale sono passate da 59 a 92mila - va in questa direzione. Il prossimo passo potrebbe essere quello di coinvolgere nella vendita i circa 14mila uffici postali, che per adesso garantiscono solo la riscossione del buono lavoro cartaceo. Ci sono stati già alcuni incontri. Si tratta di capire come realizzare questo progetto, soprattutto dal punto di vista tecnico. C'è poi l'interesse di alcuni istituti di credito a vendere il voucher nelle filiali.