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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2010 alle ore 09:31.
Non ci saranno prigionieri. Questa volta i proprietari delle "case fantasma", o almeno del terreno su cui sono state costruite, riceveranno una rendita presunta cui adeguarsi pagando il dovuto o cercando di opporsi. Non sono ancora note le modalità di calcolo che l'agenzia del Territorio intende adottare ma lo scopo del lavorìo di queste settimane è di trovare un sistema per elaborare in modo massivo le rendite da mandare ai più riottosi, quelli che non si saranno messi in regola entro il 31 dicembre 2010.
Come ha annunciato ieri al Tg1 il direttore dell'agenzia, Gabriella Alemanno, chi ha mancato gli appelli precedenti potrà approfittare di quello del 31 dicembre. Con il Dl 78/2010, infatti, era stato stabilito che gli immobili non dichiarati in catasto, e gli interventi edilizi su immobili già dichiarati, dovranno essere dichiarati entro il 2010. Questo adempimento è venuto dopo le «individuazioni» effettuate dal catasto e pubblicate sulla «Gazzetta ufficiale»in tre tornate, tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2009. Dato che la norma (legge 311/2004) fissava in sette mesi il termine per regolarizzarli, di fatto quello del 31 dicembre era una riapertura di una scadenza già superata.
I problemi, però, restavano molti: anzitutto alcuni proprietari delle «particelle» (cioè degli appezzamenti di terreno) su cui sorgevano gli immobili non sapevano di essere fuori dalle regole, magari perché avevano ereditato l'immobile edificato abusivamente dai nonni. O più semplicemente perché la particelle risulta ancora intestata a persone defunte e gli eredi sono emigrati da decenni o addirittura nati e residenti all'estero (nelle campagne di alcune zone d'Italia è frequente).
Ma il problema più grosso sono le conseguenze dell'accatastamento. Al Territorio hanno assicurato che per chi si mette in regola le sanzioni saranno ridotte al minimo (258 euro) e si eviterà anche di pagare gli oneri per l'accatastamento «in surroga» (stimabili in 800-1.000 euro di media). Ma il fatto è che molti immobili non accatastati sono anche abusivi sotto il profilo edilizio e urbanistico: un profilo che la regolarizzazione catastale non può in alcun modo influenzare. Oggi chi regolarizza in Catasto un immobile abusivo non sanabile rischia anche la demolizione.