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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2010 alle ore 08:01.
ROMA
I primi chiarimenti sulla tracciabilità negli appalti arriveranno la prossima settimana dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici.
La circolare interpretativa preparata dal ministero degli Interni e in via di diramazione ai prefetti (anticipata dal Sole 24 ore di ieri) non basta a far partire veramente la legge antimafia e a rimettere in movimento la macchina ormai inceppata degli appalti pubblici e dei pagamenti.
La nota di Maroni infatti ha solo sgombrato il campo dalla questione più urgente, il rischio di bloccare sia le erogazioni pubbliche che i pagamenti a fornitori e subappaltatori anche per i contratti già in corso. Il Viminale ha chiarito che le nuove disposizioni e quindi l'obbligo di appoggiare ogni movimento contabile legato all'appalto sui conti correnti dedicati non si applica ai contratti firmati prima del 7 settembre (data di entrata in vigore della legge 136/2010) e neanche ai pagamenti progressivi legati a quegli stessi contratti.
Alla fine è prevalsa la linea più morbida, preannunciata dal ministero dell'Interno, rispetto alla posizione di chi, come l'Autorità di vigilanza, premeva per un'applicazione generalizzata a tutti i movimenti contabili, anche quelli legati ad appalti in corso. «Prendo atto della linea del Governo» commenta il presidente facente funzioni dell'Authority dei contratti, Giuseppe Brienza. Comunque l'Autorità è stata individuata dal ministero come il soggetto istituzionale che gestirà la complessa macchina organizzativa e cercherà di risolvere la valanga di dubbi che stanno travolgendo fornitori e Pa. «Lunedì sentiremo tutti gli operatori, imprese, progettisti, fornitori e stazioni appaltanti, nonché la Procura antimafia – spiega ancora Brienza – e già martedì dovremmo essere in grado di approvare una delibera con i nostri indirizzi».
I profili da chiarire sono tanti, come ha ricordato giovedì una nota critica di Confindustria e Rete imprese Italia: si va dall'estensione della filiera dei soggetti obbligati, a quali tipi di pagamento sono veramente soggetti a bonifico, fino all'operatività dei conti dedicati.
Ma la rabbia degli imprenditori non si placa, né dopo la circolare di Maroni, né di fronte alla prospettive dei chiarimenti dell'Autorità. «Non cambiamo idea» precisa Paolo Buzzetti, presidente dei costruttori dell'Ance. E insiste: «La legge va comunque sospesa per almeno sei mesi». Per Buzzetti la circolare è solo un palliativo. «Io stesso con la mia impresa stavo per firmare un contratto e ora l'ente ha bloccato tutto».