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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2010 alle ore 14:12.
ROMA
Ormai è un fiume in piena il debito delle aziende sanitarie pubbliche nei confronti delle aziende fornitrici di beni e servizi decisivi per far marciare la macchina del Ssn.
In soli tre mesi, da maggio a luglio, i tempi di rimborso dei crediti è cresciuto di altri 10 giorni toccando la punta massima da due anni a questa parte: 297 giorni, come dire che mesi prima di onorare le fatture passano dieci mesi e il debito continua a lievitare. Con buona pace per la programmazione industriale e commerciale e la vita delle imprese.
È una disfatta finanziaria vera e propria per il Ssn, soprattutto dal Lazio in giù, quella che emerge dall'ultimissimo check elaborato da Assobiomedica, l'associazione di Confindustria che rappresenta le aziende biomedicali, dalle più "semplici" siringhe alla tecnologia medica più avanzata. Un ritardo che finanziariamente vale 4 miliardi, andandosi a cumulare a un indebitamento monstre verso i fornitori che è stato appena censito dalla Corte dei conti nella relazione sulla situazione finanziaria delle regioni (come anticipato da «Il Sole-24 Ore» del 3 settembre scorso), che a fine 2008 pesava per ben 28,1 miliardi sulle casse regionali. Da sommare però ad altri 19 miliardi, solo nel 2008, contando i mutui e altre tipologie di indebitamento.
La nuova classifica di Assobiomedica sui tempi di pagamento fino a luglio 2010 da parte di Asl e ospedali, peraltro, conferma una volta di più che le sofferenze finanziarie più pesanti sono tutte e sempre a carico delle realtà regionali del meridione. Con tre regioni al top dell'indebitamento, non a caso tutte e tre commissariate e alle prese con complicati piani di risanamento strutturale e finanziario per il rientro da storici disavanzi plurimiliardari. Peggio di tutti sta il Molise, che da 800 giorni di maggio ha visto crescere i tempi di rimborso ai suoi fornitori a quota 818 giorni, ben 18 in più in soli tre mesi; a seguire la Calabria, che insieme al Molise ha toccato il muro di 800 giorni di ritardo per onorare i suoi debiti alle imprese fornitrici; quindi, al terz'ultimo gradino della classifica dei peggiori debitori-pagatori, c'è la Campania che lascia aspettare le aziende creditrici di prodotti biomedicali per 717 giorni.