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Norme e Tributi In primo piano

La «tutela» allargata è fattore competitivo

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 08:06.

L'idea di «salute sul lavoro=benessere individuale», per realizzarsi compiutamente richiede di coinvolgere, in quella direzione, non solo la struttura specifica sulla sicurezza, ma anche la complessiva organizzazione aziendale, perché è evidente che l'impegno, pur essenziale, della prima non sarebbe in grado, realisticamente, di far raggiungere all'azienda la nuova soglia di salute prefigurata dal legislatore.
Tanti imprenditori e tanti manager, tuttavia, temono di aprire questo fronte gestionale: la loro preoccupazione è, spesso, quella di alterare gli equilibri esistenti. Tale atteggiamento, che evoca, in sé, la difficoltà, presente in tutte le Organizzazioni, di gestire fino in fondo il rapporto con le persone, tuttavia, non convince in quanto finisce, a ben vedere, per non valorizzare appieno una fondamentale risorsa del funzionamento organizzativo: le persone che lavorano in azienda. Quest'ultima non è un sistema che, grazie a sofisticata strumentazione (ad esempio, piani, programmi, macchine, impianti, nuove tecnologie), raggiunge, in modo automatico, la propria "missione" e i propri obiettivi. Essa, come ben sanno imprenditori e manager, è una realtà molto più complessa, in cui, ai fini del successo nella competizione, hanno un ruolo rilevante anche numerosi altri fattori, tra i quali, in prima fila, le persone che lavorano nell'organizzazione, che proprio in azienda maturano, individualmente e nei gruppi, convinzioni, valori, motivazione, convinzioni e, persino, sentimenti a favore o meno del successo aziendale.
È allora abbastanza evidente che i dipendenti, se sono soddisfatti del loro lavoro e se si identificano, in modo convinto, nella missione, negli obiettivi e nei progetti di lavoro aziendali, sono un fondamentale asset per il successo dell'azienda, mentre, se non "stanno bene" in essa, lo ostacolano, in misura maggiore o minore e in modo evidente o latente.
In questa chiave di lettura curare il benessere sul lavoro, a ben vedere, non risponde solo a un "dover essere" proveniente dalla burocrazia delle leggi, non è un lusso di qualche velleitario e immaginifico imprenditore, ma rappresenta, piuttosto, un'ineludibile esigenza aziendale, segnalata anche dal diritto.
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