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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 07:54.
Tra i professionisti che hanno percepito consulenze da oltre 100mila euro, uno su tre le ha nascoste al fisco. E negli ultimi due anni non ha presentato la dichiarazione dei redditi andando a rinforzare le fila degli evasori totali. È quanto emerge da un'analisi mirata condotta dai nuclei speciali della Guardia di finanza sul mondo dei lavoratori autonomi. I dati, come sottolinea il comandante del Nucleo speciale entrate, Flavio Aniello, sono sbalorditivi «e siamo convinti che si tratti solo della punta dell'iceberg di un fenomeno rilevante di sottrazione di materia imponibile».
Lo stupore delle Fiamme Gialle, poi, sta proprio nel fatto che l'evasione fatta emergere da una prima campionatura sia di quelle che non richiede particolari e sofisticati comportamenti per celarsi al fisco. Quasi a voler sfidare i "controllori" sulla loro capacità di far emergere i compensi percepiti nell'esercizio della propria attività professionale. «Ma si sbagliano e di grosso. Per noi – spiega Aniello – si tratta di dati incofutabili e ormai a sistema nelle banche dati dell'amministrazione finanziaria».
Le Fiamme Gialle, infatti, hanno fatto ricorso al contrasto di interesse tra sostituti di imposta e contribuenti "sostituiti". In sostanza le Fiamme Gialle hanno incrociato i dati comunicati con i modelli 770 da società, organizzazioni di categoria o amministrazioni pubbliche relativi ai compensi erogati negli ultimi anni, con quelli delle dichiarazioni presentate o, meglio, che avrebbero dovuto presentare i soggetti indicati nei 770 come percettori di prestazioni professionali o occasionali.
Dall'incrocio delle informazioni in possesso dell'anagrafe tributaria e sulla base di specifici indicatori di rischio il Nucleo speciale si è concentrato, in questa prima battuta di caccia, sulle consulenze "più ricche", sopra i 100mila euro. Così, selezionando un campione di 1.500 soggetti – su un panel di 100mila posizioni tutte da sottoporre a verifica – ben 400 sono risultati "positivi" come evasori totali.
Posizioni, queste, per altro già riscontrate sul campo dai reparti operativi con la notificazione dei processi verbali di constatazione. Va detto che poco più del 10% di questi contribuenti avrebbe già opposto alle Fiamme Gialle le dichiarazioni dei redditi presentate e che però a "sistema", magari anche perché non ancora inviate dagli intermediari incaricati, non risulterebbero presenti. Ma attenzione, sottolinea ancora Aniello: anche nei confronti di questi soggetti che hanno la "pezza" d'appoggio le Fiamme Gialle «hanno comunque avanzato contestazioni per comportamenti errati nei confronti del fisco».