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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 14:23.
In occasione del secondo congresso nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, in programma a Napoli dal 21 al 23 ottobre, abbiamo invitato i nostri lettori commercialisti ed esperti contabili a inviarci il racconto di una "giornata con il fisco". Ecco il racconto di due professionisti palermitani, fratello e sorella. Altri sono in arrivo e il contributo è aperto a tutti i professionisti che vogliano inviarci analoghi appunti e riflessioni sul tema. Scrivete le vostre storie nella spazio dei commenti in fondo al testo dell'articolo.
Eravamo pronti, giurisprudenza, circolari e risoluzioni alla mano, per affrontare l'ennesimo contraddittorio in Agenzia. Seduti davanti al rappresentante dell'Ufficio per un accertamento di importo contenuto, prima di aprire bocca, ci sentiamo dire: «Non possiamo concedere alcun abbattimento poiché nell'atto di accertamento, erroneamente, abbiamo dimenticato di indicare l'Iva da recuperare. Pertanto, uno sconto c'è già stato e le somme richieste sono interamente dovute». Insomma, il funzionario la pensava come Benjamin Franklin e Christopher Bullock: «Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse».
Un po' più polite l'Amministrazione quando, due mesi dopo, siamo tornati nel medesimo Ufficio per una problematica di fiscalità internazionale con importi a sei zeri. Questa volta l'accordo con il contribuente sembrava quasi un evento atteso da tempo. La volontà di chiudere in adesione c'era tutta, anche da parte del nostro assistito, nonostante l'abbattimento proposto (per via di disposizioni interne) non potesse superare certi limiti. Le due vicende la dicono lunga. Talvolta sembrerebbe quasi che per l'agenzia delle Entrate, nella lotta all'evasione, esistano vari tipi di contribuenti: a cinque e a due stelle.
Occorre guardare, comunque, anche l'altro lato della medaglia. Infatti, in sede di accertamento con adesione, al funzionario addetto serve a poco esporsi ad iniziative personali e rischiose, visto che quando l'esito dello stesso è positivo nessuno esprime riconoscenza, mentre le critiche fioccano se le cose vanno male. Insomma, due casi con risultati diversi che sottolineano come non di rado i contribuenti che tentano di «far pace» col fisco prima di intraprendere un'azione legale sembrano quasi martiri che vanno al martirio.