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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 08:14.
Ester Gijka, albanese di nascita e romana di adozione, lavora con l'avvocato Mario Tonucci da 15 anni appena compiuti. «Tonucci è più un imprenditore che un avvocato, e io sono più una psicologa che una segretaria», commenta. Altro che bozze e pareri. La sua giornata inizia prima delle 9 e la parola routine non esiste. «Ogni giornata è imprevedibile», ammette Ester parlando con il Sole24Ore.com.
Ore 8.50
«L'orario di ingresso è alle 9, ma arrivo 10 minuti prima per preparami psicologicamente. La prima cosa che faccio è il "piano d'azione". Poi incontro l'avvocato e prepariamo il suo. L'obiettivo è integrare i due "action plan"».
Ore 10
«Oltre a gestire il rapporto con i fornitori e a seguire alcuni aspetti della gestione dei collaboratori mi capita di vestire i panni dell'infermiera. Piccole ferite, dolori e anche gocce da mettere negli occhi. Gli avvocati vengono sempre da me».
Ore 15
«I viaggi all'estero sono frequenti e si deve lavorare in tutte le condizioni. Può capitare di dover scrivere a mano, ma la tecnologia ha completamente stravolto il nostro lavoro. Prima dovevo telefonare all'avvocato anche dieci volte al giorno. Ora con gli smartphone siamo in contatto in tempo reale».
Ore 18.30
«È l'orario in cui sulla carta finisce la mia giornata. Spesso mi capita però di dedicare del tempo anche agli altri soci, quando le loro segretarie non sono disponibili».
Ore 22
«L'avvocato è anche un Pr. Organizziamo spesso eventi in studio con circa 300 invitati. Per me è un divertimento più che un lavoro. Almeno una volta l'anno abbiamo anche l'inaugurazione di una mostra di artisti che arredano i nostri uffici con i loro quadri».