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Norme e Tributi Lavoro

Quando il business è investire nel contenzioso altrui. Burford Capital punta sul mercato europeo

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 17:38.

Finanziare il contenzioso è un vero e proprio business. Con tanto di nome, third party funding, e concetto elementare alla base. Società specializzate intevengono al fianco delle parti che non hanno le risorse finanziarie per sostenere una causa onerosa, ma con buone possibilità di vittoria. Il soggetto finanziatore condivide con la parte in causa il rischio associato al contenzioso, ma non interviene nella strategia legale che resta gestita completamente dallo studio legale.

Si tratta di un settore di investimento nuovo e anticiclico, talmente dinamico che Burford Capital, fondo americano specializzato nel finanziamento delle controversie, ha annunciato un aumento di capitale di 175 milioni di dollari (133 milioni di euro) sul mercato inglese dell'Aim (dove si era quotato nel 2009) per fare fronte all'aumento dei volumi di lavoro in ambito societario. E per fare il salto dal mercato americano, dove fino a oggi ha concentrato gli investimenti, a quello europeo. I fondatori di Burford hanno un background comune. Hanno lavorato con alcune delle maggiori law firm americane tra cui Latham & Watkins e Cleary Gottlieb Steen & Hamilton e sono proprio questi studi i loro interlocutori principali.

Recentemente la law firm Simpson Thacher & Bartlett ha per esempio ottenuto un verdetto di oltre 110 milioni di dollari a favore del cliente Gray Development, società specializzata nel settore immobiliare. Burford, che aveva investito nel caso 5 milioni di dollari, ha messo in tasca il 40% della cifra assegnata dal giudice. Fino a oggi il fondo ha investito 102 milioni di dollari in 18 casi diversi. Ma Burford non è l'unico player in questo mercato. In tempo di crisi si litiga di più, e data la poca correlazione con il mercato azionario, questo settore sta attraendo nuovi fondi specializzati.

Nel complesso i casi che fino a oggi hanno fatto ricordo a finanziamenti esterni non superano il centinaio. Una ricerca condotta dallo studio inglese Fox Williams ha rilevato circa 20 player in questo mercato, che ha un tasso di crescita del 20%.

Tra questi figura un fondo specializzato lanciato da Allianz nel 2007 , Harbour Litigation Funding e Juridica Investments, il primo gruppo a effettuare una quotazione sul mercato azionario inglese, sempre nel 2007. La fetta che in caso di vittoria in Tribunale torna nelle tasche dei finanziatori può essere calcolata in modi differenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di una percentuale della cifra attribuita a cui sono sottratti i costi vivi sostenuti dalla parte finanziata. In altre occasioni viene invece calcolata attraverso una formula più complessa, che tiene conto del capitale investito e dei tempi previsti dal singolo caso.

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Tags Correlati: Aim | Allianz Subalpina | Borsa Valori | Burford Capital | Contenzioso fiscale | Gray Development | Harbour | Inghilterra | Italia | Juridica Investments | Litigation Funding

 

La maggior parte del lavoro dei fondi specializzati si concentra sulla due diligence che precede l'erogazione del denaro e l'avvio del contenzioso. Harbour Litigation Funding, che in 3 anni di attività ha analizzato oltre 375 fascicoli, dichiara di accettare circa l'8% delle richieste di finanziamento. Il gruppo inglese si prepara a investire nei prossimi mesi 60 milioni di sterline in questo.

Quando si parla di third party funding, il fronte degli studi d'affari è diviso. Un finanziamento esterno permette infatti di condividere il rischio di una causa, ma in cambio si deve accettare una due diligence molto approfondita del fascicolo da parte del fondo con cui si lavora. Alcuni studi legali sono inoltre convinti che questo modello di business abbia un altro limite nella cifra che il fondo è disposto a investire in ogni caso, spesso inferiore al costo complessivo del contenzioso.

In Italia il fenomeno resta quasi nullo. Una delle ragioni è proprio il costo di andare in Tribunale, molto più elevato nei mercati anglosassoni che nel nostro Paese. In particolare in Inghilterra, il costo è collegato alla parcella degli avvocati che si devono occupare della "document review" richiesta, che riguarda una mole impressionante di dati e documenti.

Il sovraccarico dei Tribunali e la lentezza della giustizia che caratterizza il contenzioso italiano rende al contrario l'Italia un mercato meno interessante per i fondi che dall'Inghilterra potrebbero allungare il raggio di azione all'Europa continentale. Ma che, per vedere i ritorni di un investimento potrebbero essere costretti a aspettare molti anni.

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