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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 alle ore 09:10.

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Wi-fi senza i limiti delle registrazioni obbligatorieWi-fi senza i limiti delle registrazioni obbligatorie

Dal 1° gennaio il Wi-Fi italiano sarà libero dagli effetti normativi del decreto Pisanu, accusati di rallentare la diffusione dell'internet senza fili nei luoghi pubblici. Il testo del decreto milleproroghe, ancora in fase di elaborazione, dovrebbe, infatti, fare tabula rasa delle norme Pisanu sul Wi-Fi. È probabile tuttavia che qualche emendamento in fase di conversione in legge aggiunga nuovi obblighi, a scopo di sicurezza e a sostegno delle indagini delle forze dell'ordine. Ma saranno più leggeri di quelli del Pisanu, come del resto ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, già a novembre.

I nuovi obblighi sono però ancora tutti da scrivere. Il testo del milleproroghe, infatti, si limita ad abrogare le parti del decreto Pisanu relative all'accesso internet da luoghi pubblici (l'articolo 7), il quale avviene con varie tecnologie, tra cui il Wi-Fi. In particolare, abroga gli obblighi, in capo al fornitore dell'accesso, di identificare gli utenti, monitorare le operazioni e archiviare i dati e cancella l'obbligo a chiedere l'autorizzazione al Questore per il punto di accesso, eccetto che per gli internet point, per i quali invece lo proroga fino al 31 dicembre 2011. Gli internet point sono definiti «esercenti pubblici che forniscono l'accesso a internet in via principale» e non «come servizio accessorio». Gli hot spot Wi-Fi in un bar, in ristorante, hotel o altro locale non dedicato a quest'attività, quindi, non avranno più nessun obbligo di sicurezza, dal 1° gennaio (quando sarà cioè efficace il milleproroghe).

Diversa cosa è se l'accesso internet è fornito in luogo pubblico (in strada, piazza), cioè non all'interno dello spazio di un proprio locale. In quel caso (per il quale non c'entra né il Pisanu né il milleproroghe), il fornitore è considerabile un operatore internet e sono fatti salvi quindi gli obblighi previsti dal codice di comunicazione elettronica.

Non è comunque finita qui. La maggioranza intende introdurre emendamenti al decreto durante la fase di conversione in legge, nel dibattito parlamentare, per inserire nuovi obblighi di sicurezza. A quanto risulta, l'orientamento sarebbe di imporre l'identificazione degli utenti solo in casi specifici, per esigenze particolari di investigazione. Sarà così l'emendamento proposto da Antonio Palmieri (Pdl), tra i parlamentari più attenti alle questioni internet. «Resta una stranezza: Maroni solo il 13 dicembre aveva presentato un disegno di legge per abrogare l'articolo 7 del Pisanu», dice Fulvio Sarzana, avvocato esperto di diritto di internet: «Strada che comunque mi sembrava preferibile al milleproroghe, perché avrebbe permesso meglio al parlamento di controllare i futuri obblighi che sostituiranno quelli del Pisanu».

Gli esperti, comunque, concordano che l'abrogazione è una buona notizia per la diffusione di internet, «anche se ci vorranno mesi perché se ne veda l'effetto, con la moltiplicazione di esercenti che potranno finalmente permettersi di installare un accesso Wi-Fi», dice Guido Scorza, avvocato esperto di questi temi. Gli obblighi del Pisanu ne aumentavano infatti il costo e la complessità. «L'impatto su operatori e grandi reti Wi-Fi sarà invece molto limitato», aggiunge Davide Rota, amministratore delegato di Linkem (la maggiore azienda specializzata in questo mercato). Perché hanno già messo in piedi l'infrastruttura necessaria a soddisfare gli obblighi Pisanu e perché «comunque vorremo mantenere l'identificazione degli utenti, per sicurezza. Questa svolta ci aiuta, però, perché toglie l'obbligo di conservare per anni i dati di accesso degli utenti».

Nel milleproroghe ha trovato posto, dopo una giornata di discussioni e proteste, anche la proroga di sei mesi della sospensione del pagamento dei tributi dei terremotati abruzzesi. Protestano anche gli orchestrali per il mancato reintegro del fondo unico dello spettacolo, e i benzinai contro il mancato rinnovo del bonus fiscale.

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