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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 13:49.
Per un aspirante legale la prospettiva, spesso, è quella di affrontare un praticantato non retribuito che a poco a che vedere con la professione vera. Negli studi d'affari, però, la musica può essere ben diversa. Retribuzione iniziale superiore a 1500 euro mensili. Possibilità di lavorare da subito su casi di fusione o acquisizione o su contenziosi di alto profilo. E poi si può maturare una specializzazione specifica e puntare a diventare socio. In cambio sono richiesti curriculum eccellente, ottima conoscenza dell'inglese, una formazione economica oltre che giuridica, e molto fiuto per il business. Ecco le storie di chi ci ha provato.
Qualcosa è scattato il giorno della maturità. Alessia Ambrosio, studentessa calabrese orgogliosa e testarda, si diploma con 56 invece dell'agognato 60. Parte da qui la motivazione di impegnarsi al massimo negli studi universitari. La scelta di giurisprudenza arriva per esclusione.
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«Il diploma classico apre tutte le strade, dicono, e magari anche per questo ho pensato di iscrivermi a facoltà diversissime tra loro. Prima di scegliere giurisprudenza ho considerato ingegneria e lettere classiche. Quale altra facoltà ti offre l'opportunità di mantenere aperte tante strade?», commenta Ambrosio, che oggi collabora con Orrick, studio legale d'affari americano che in Italia tra Roma e Milano conta poco meno di cento avvocati e a livello mondiale oltre 1100.
Il giorno dopo la laurea a Catanzaro, l'avvocato si iscrive all'ordine degli avvocati della sua città e inizia la pratica legale in un piccolo studio. Retribuzione iniziale: la gloria. L'avvocatura d'affari è il frutto di un percorso di riflessione che Ambrosio definisce lungo e contorto e che passa per il notariato, l'inizio di un dottorato di ricerca, e i concorsi per entrare in università.
E anche in questo caso la specializzazione è scelta per esclusione. «Diritto civile e commerciale», spiega la giovane professionista. «Il diritto penale è molto affascinante, ma con un margine di "pericolosità" troppo elevato e il diritto amministrativo non mi ha mai attirato».