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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 18:11.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei familiari delle vittime della strage di Nassiriya. La richiesta era arrivata dal sostituto procuratore Francesco Gentile che aveva chiesto di non confermare, ai soli fini civili, l'assoluzione dei due generali dell'esercito Bruno Stano e Vincenzo Lops decisa in appello, il 24 novembre 2009, con la formula «perché il fatto non sussiste». L'accusa caduta era quella di non aver adottato tutte le misure necessarie alla difesa della base Maestrale a Nassirya, il quartier generale dei carabinieri distrutto da un attacco suicida, il 12 novembre 2003, costato la vita a 19 italiani, 12 carabinieri, 5 militari dell'esercito 2 civili. Nell'attentato, messo a punto con un camion kamikaze, erano morti anche 9 cittadini iracheni.
Ai familiari per ora nessun indennizzo
La piena assoluzione dei due vertici militari in sede penale era arrivata dopo la condanna a due anni di Stano decisa dal Gip di Roma il 20 dicembre 2008 e il proscioglimento di Lops perché da ottobre non era più al comando del contingente. Quantificare l'entità del risarcimento spetta ora alla Corte d'Appello. Fino a oggi i familiari non hanno avuto nulla tranne un indennizzo per le vittime del terrorismo.
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