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Norme e Tributi Fisco

Venti miliardi contestati a 8mila evasori

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 08:38.

In nove casi su dieci la Guardia di Finanza fa centro. Nel periodo 2008-2010 la percentuale di successo dei rilievi mossi dalle Fiamme Gialle in sede di accertamento si è stabilizzata al 93 per cento. E questo, come spiegano dal Comando generale, grazie soprattutto a due fattori: l'attività di intelligence combinata a una più attenta analisi del rischio di evasione sviluppata con i cosiddetti "lavori a progetto" e appositi applicativi informatici realizzati dai nuclei speciali; nonché il maggiore raccordo, anche con altri settori dell'amministrazione, tra attività di controllo e accertamento.

È quanto emerge dal rapporto annuale dell'attività svolta dalla Gdf nel 2010, presentato ieri a Roma e anticipato in parte la scorsa settimana in commissione Finanze alla Camera nell'audizione del Comandante generale, Nino Di Paolo.

I dati sull'azione di contrasto alla sola evasione fiscale testimoniano ancora una volta che la lotta la sommerso va ancora affrontata come una vera e propria emergenza. Nel 2010 sono stati 8.850 i contribuenti completamente sconosciuti al fisco (+18% rispetto al 2009) che pur svolgendo attività economiche hanno pensato bene di non presentare mai una dichiarazione dei redditi, occultando oltre 20 miliardi di euro (+47% rispetto al 2009) e non versando Iva per altri 2,6 miliardi. Di questi, 3.288 hanno evaso più di 77mila euro di imposte a testa. Complessivamente, sempre secondo il rapporto annuale, i ricavi e i compensi non denunciati hanno sfiorato quota 50 miliardi, fermandosi a 49,245 miliardi (il 46% in più sul 2009).

Dall'attività 2010 delle Fiamme Gialle emerge anche la "grande fuga" dall'Irap. Sul fronte dell'imposta regionale sulle attività produttive, i reparti hanno constatato un'evasione per oltre 30,4 miliardi, ben sette in più rispetto al tributo regionale versato dai privati nel 2009.

Il 2010 è stato anche l'anno della lotta all'evasione internazionale. Tra esterovestizioni e residenze fittizie dei 50 miliardi di evasione accertati complessivamente ben 10,5 sono stati scovati all'estero: quasi il doppio del 2009 (5,8 miliardi). Nel mirino delle Fiamme Gialle anche le triangolazioni con paesi off-shore e le omesse dichiarazioni di capitali detenuti all'estero. Lussemburgo e Svizzera, le mete preferite dagli evasori internazionali: oltre il 50% dei 10 miliardi evasi sono stati individuati in questi due stati. Seguono il Regno Unito (7%), Panama (6%), San Marino e Liechtenstein (2 per cento).

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Nel 2010 la Finanza sequestra alle mafie beni per 3 miliardi: +30% (Fotogramma)

Cresce l'evasione fiscale in Italia: nel 2010 redditi non dichiarati per 49,2 miliardi. Il video

Nel 2010 gli italiani non hanno dichiarato al fisco redditi per quasi 50 miliardi di euro.

Tags Correlati: Fisco | Guardia di Finanza | Hsbc Private Bank | Pubblica Amministrazione

 

L'azione di contrasto non ha trascurato possibili fenomeni elusivi. Oltre 6,5 miliardi di euro stanati oltre confine sono legati a operazioni illecite di transfer pricing. Nella lotta ai paradisi fiscali, spiegano ancora dal Comando generale, strategica è stata anche la mutua assistenza amministrativa con altri stati che ha consentito l'acquisizione di una serie di elenchi di potenziali evasori. Nei confronti di questi contribuenti, sia persone fisiche che società, sono in corso oltre 2.000 verifiche accompagnate da indagini di polizia giudiziaria.

La più nota di queste liste è la cosiddetta "Falciani", dal nome del tecnico informatico dipendente della sede ginevrina della Hsbc Private Bank da cui ha sottratto migliaia e miglia di nominativi "sensibili". Di questi nominativi oltre 6.000 sono italiani e nei loro confronti la Gdf ha concluso 774 verifiche e fatto emergere oltre 180 milioni di redditi evasi. C'è poi la lista "Pessina" con 176 verifiche chiuse e 211 milioni di euro recuperati a tassazione.

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