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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2011 alle ore 13:51.
Migliora la lotta all'arretrato nella giustizia amministrativa che rimane però ancora considerevole. Al consiglio di Stato risultano pendenti ben 22.700 ricorsi, al consiglio di giustizia amministrativa circa 800 e presso i Tar, i Tribunali amministrativi regionali, circa 500mila: lo ha detto il presidente del consiglio di Stato Pasquale De Lise inaugurando a palazzo Spada, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il nuovo anno giudiziario della giustizia amministrativa. Il 2011 che rappresenta il primo anno in cui il processo amministrativo è regolato da un proprio Codice, che renderà i giudizi più veloci.
C'è carenza di organico
Il problema dell'elevato numero di procedimenti arretrati è soprattutto la vacanza di organico. Per effetto della manovra estiva 2010 sono andati in pensione circa il 30% dei giudici in organico e anche molti amministrativi e non sono rare le volte in cui, ha sottolineato De Lise, per comporre i collegi giudicanti dei Tar siamo costretti a fare ricorso all'invio in missione, d'ufficio, di magistrati. «Non chiedo - ha aggiunto - un aumento di posti, chiedo che almeno venga ripianato l'organico». Tuttavia i dati 2010 mostrano un certo ottimismo nella lotta all'arretrato: «Lo scorso anno - ha detto ancora De Lise - sono pervenuti al consiglio di stato quasi 8mila ricorsi contro sentenze e oltre 3mila contro ordinanze cautelari, ma siamo riusciti comunque ad abbattere l'arretrato di circa 3mila pendenze. Buone notizie anche dal Tar: nel 2010 sono pervenuti oltre 56mila ricorsi e ne sono stati definiti quasi 180mila, con una differenza in positivo di circa 124.000 ricorsi».
Sì a riti alternativi
De Lise ha detto poi che - come è accaduto nel giudizio civile dove è stato introdotto lo strumento della mediazione per deflazionare il contenzioso - anche in quello amministrativo si potrebbe far ricorso a soluzioni alternative, «come ad esempio la cosiddetta "Alternative dispute resolutions" (Adr), su cui oggi l'Unione Europea insiste molto». «L'idea di fondo - ha osservato - è che la giurisdizione va considerata come una risorsa non illimitata, da riservare alle questioni più rilevanti. Sulla scia della recente riforma della mediazione introdotta nel giudizio civile, almeno per alcune materie si potrebbe tornare a prevedere il previo esperimento di ricorsi amministrativi, garantendo la terzietà e la specializzazione degli organi competenti a deciderli». De Lise ha dunque sollecitato il parlamento a provvedere con una simile riforma «che peraltro, non sembra comportare oneri finanziari». «Noi - conclude il presidente del consiglio di Stato - non ci sentiremo svalutati se si rafforzeranno le alternative al nostro lavoro. Anzi, ci sentiremo trattati come una risorsa preziosa, da preservare».