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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 09:59.

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Una sforbiciata agli oneri burocratici per le piccole e medie imprese. È l'obiettivo di due schemi di decreto del presidente della Repubblica esaminati ieri dal preconsiglio e pronti ora per il consiglio dei ministri di domani. Vengono semplificate procedure relative alla prevenzione incendi e adempimenti amministrativi in materia ambientale, in particolare sullo scarico di acque reflue e l'impatto acustico.
Sull'ambiente, in particolare, la relazione illustrativa stima un risparmio annuo per le imprese di 800 milioni di euro. Un'apposita tabella stabilisce i casi in cui, in base a determinate caratteristiche qualitative, le acque oggetto di scarico da parte delle imprese possono essere assimilate alla categoria delle acque reflue domestiche. Viene inoltre disposta una semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi al rinnovo delle autorizzazioni, «quando non vi siano modifiche sostanziali per le quali è comunque prevista una nuova autorizzazione». In particolare, si stabilisce che, nel caso in cui non si siano «verificate modificazioni rispetto ai presupposti della precedente autorizzazione, il titolare dello scarico» può presentare un'istanza corredata dalla dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà.
Il Capo II del regolamento disciplina invece la semplificazione della documentazione in materia di impatto acustico introducendo il criterio di proporzionalità degli adempimenti in relazione al settore di attività e alla tutela degli interessi pubblici. In pratica l'obbligo cade nella maggior parte dei casi. L'allegato individua le attività a bassa rumorosità che non sono soggette all'obbligo di presentazione della documentazione di impatto acustico (dall'attività alberghiera e di ristorazione alle sale da gioco ai laboratori artigianali e le lavanderie). L'obbligo resta in vigore solo per ristoranti, pizzerie, palestre, bar, attività culturali eccetera che svolgono manifestazioni ed eventi con diffusione di musica.
Quanto alle procedure sugli incendi, il risparmio stimato è di 650 milioni l'anno, pari al 46% dei costi. Il regolamento, in coerenza con la segnalazione certificata di inizio attività, punta a semplificare gli obblighi informativi (presentazione di istanze, documenti, tenuta di registri eccetera). Le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi vengono distinte in tre categorie, assoggettate a una disciplina differenziata in relazione alla dimensione dell'impresa, al settore di attività e alle esigenze di tutela della pubblica incolumità. Per la categoria più "leggera" non è più previsto il parere di conformità. Per le due categorie ritenute meno a "rischio", inoltre, i controlli avvengono, entro 60 giorni, anche mediante metodo a campione o in base a programmi settoriali (per la terza fascia di attività, invece, viene effettuato sempre il controllo entro 60 giorni).
Entrambi i provvedimenti che approdano domani al consiglio dei ministri danno attuazione all'articolo 49 del decreto 78 del 2010, in coerenza con i principi di semplificazione dello Small business act, la comunicazione europea a favore delle attività delle piccole e medie imprese. Il lavoro, da compiere, resta ancora molto impegnativo. La relazione illustrativa al regolamento in materia ambientale da un lato ricorda l'obiettivo assunto in sede comunitaria di ridurre i costi amministrativi sulle pmi di almeno il 25% entro il 2012, dall'altro ricorda che – solo in materia di ambiente – sono stimati oneri a carico delle piccole e medie imprese pari a circa 3,4 miliardi di euro all'anno.

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