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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 08:16.

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Rivoluzione in tutti i condomini che hanno l'impianto centralizzato in Lombardia: la termoregolazione e la contabilizzazione del calore diventerà obbligatoria. Si tratta del l'appllicazione ai caloriferi di valvole per regolare o chiudere l'afflusso di acqua calda e del conteggio dei consumi effettuati, appartamento per appartamento, pur mantenendo un'unica caldaia. Lo stabilisce la legge lombarda 21 febbraio 2011, n. 3 che delega la giunta regionale a dettare prescrizioni di dettaglio.

Le scadenze sono il 1° agosto 2012 per «le caldaie di maggiore potenza e vetustà» e «dal l'inizio di ciascuna stagione termica dei due anni successivi alla scadenza del 1° agosto 2012» per le caldaie di potenza e vetustà progressivamente inferiore. Chi non adempie incorre in una sanzione da 500 a 3.000 euro per ogni unità immobiliare dell'edificio servita dall'impianto.

La Lombardia è quindi la seconda regione, dopo il Piemonte, a rendere obbligatoria la trasformazione degli impianti condominiali. Ma non è finita qui: sempre la giunta dovrà dettare disposizioni perché sia resa obbligatoria la dichiarazione della classe e dell'indice di prestazione energetica dell'edificio o della singola unità abitativa in tutti gli annunci commerciali finalizzati alla vendita o anche solo alla locazione degli immobili. In caso di inadempienza la sanzione è salatissima: da 1.000 a 5.000 euro. Ciò significa che la certificazione energetica non andrà più fatta solo al momento del rogito o del contratto di affitto, ma molto prima, quando si intenda solo porre in vendita o in affitto la propria casa, anche se non è coinvolta un'agenzia immobiliare ma si pone un semplice cartello sul portone o si inserisce un piccolo annuncio su un quotidiano o su internet.

Coglie di sorpresa, inoltre, una nuova regola: i proprietari di edifici che eseguano opere di risparmio energetico agevolate da incentivi di qualsiasi tipo (compresa quindi la detrazione fiscale del 55%, ma anche quella del 36%), qualora intendano raggiungere «prestazioni energetiche superiori ai valori limite stabiliti dalla disciplina regionale», possono essere costretti dal Comune a versare un contributo. Tale somma, proporzionata alla volumetria dell'edificio servito secondo criteri stabiliti in parte dalla Regione e in parte dai comuni, confluirà in un fondo, che ha lo scopo di coprire i costi per l'esecuzione di controlli sulla conformità dei progetti realizzati. Esclusi solo gli edifici monofamiliari e i piccoli condomini (sotto i 2 mila metri cubi totali).

Vengono poi estese le sanzioni previste da norme statali anche ai casi in cui proprietari o inquilini di singole unità immobiliari non abbiano preso tutte le cautele suggerite da chi conduce l'impianto termico. Il mancato adeguamento alle norme sulla sicurezza può essere colpito con una multa da 500 a 3.000 euro, per le norme di risparmio energetico si va da 516,46 euro a 2.582,28 euro.

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