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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
Territori nuovi per la lotta all'evasione. Dai controlli sui social network, che saranno attivati a giorni, a un database (avviato ieri) per misurare le performance delle direzioni provinciali e regionali, per correggere i "punti deboli": sono queste le ultime iniziative dell'agenzia delle Entrate, che mostrano come è decisamente l'elettronica la nuova frontiera del fisco.
L'inaugurazione della nuova sede regionale del Friuli-Venezia Giulia a Trieste dell'Agenzia è stata l'occasione per il direttore delle Entrate, Attilio Befera, per fare il punto della situazione sulla lotta all'evasione che nel 2010 ha registrato prestazioni significative, particolarmente nel campo delle compensazioni Iva. Befera ha segnalato che nella lotta all'evasione c'è ancora cammino da fare: «Ma noi – ha affermato – siamo in grado di combatterla al meglio». Tra le "risorse" in questo campo, Befera ha segnalato le potenzialità del federalismo fiscale, ma anche un mutamento culturale, ricordando che gli italiani non puntano sulla riduzione delle imposte ma sulla conservazione dei servizi. Secondo le rilevazioni demoscopiche, infatti, «l'80-90% degli italiani – ha affermato Befera – considera l'evasione un danno per tutti». Anche se un intervento sui più giovani forse servirebbe ancora, come attesta l'articolo qui sotto.
Marco Di Capua, direttore vicario dell'Agenzia, ha sottolineato come i social network (Facebook in testa) abbiano due potenzialità: quella di autiare a individuare livelli di tenore di vita nascosti al fisco, ma anche di migliorare i servizi ai cittadini. Ha affermato Di Capua: «C'è attenzione al reddito consumato e ogni strumento che possa condurre ad avere informazioni viene usato, si chiami Facebook o sia un registro o l'iscrizione a un circolo esclusivo». E non ha escluso che il canale Civis possa avere sempre possibilità di accesso anche per i cittadini che dialogano in proprio con il fisco.
Ma nella lotta all'evasione un ruolo centrale ce l'ha anche l'organizzazione dell'amministrazione finanziaria. E così con il programma DB/Geo, le direzioni provinciali e regionali delle Entrate vengono classificate per gruppi omogenei, come avviene per gli studi di settore. Successivamente, sulla base delle informazioni organizzate su 70 indicatori, si misurano le esigenze e le prestazioni dell'amministrazione rispetto al territorio provinciale o regionale. Tra le variabili considerate (i cui dati sono raccolti dal 2001 fino a ora): i depositi bancari, le auto di lusso, le agenzie bancarie, la produzione di rifiuti per abitante, ma anche l'indice di "collaboratività" fiscale che si registra nel territorio. Alla fine le informazioni vengono organizzate in una serie di "cruscotti" dai quali emerge il grado di prestazione dell'amministrazione in diversi settori, per vedere per esempio di che tipo di professionalità c'è bisogno in quel territorio, se occorre aumentare i servizi o certe tipologie di controllo.
Lo studio di settore interno al fisco è partito ieri ed è ancora in fase sperimentale, però ora gli uffici dovranno controllare anche se stessi.
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