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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 07:55.

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Fermo "tecnico" ai blocchi di partenza. Due delle province del nord che nel giorno dell'esordio del Suap restano ancora alla casella zero, Vercelli e Imperia, sono destinate a un rapido allineamento. «Nel nostro caso – racconta Andrea Corsaro, a capo della giunta del comune piemontese capoluogo – l'assenza è quantomai paradossale. In attesa di partire tra qualche giorno con la Suap, rappresentiamo un comune che negli ultimi anni ha varato una politica di digitalizzazione complessiva dei servizi, unita a una strategia di reindustrializzazione reale, ottenuta offrendo terreni per capannomi a 10 euro, e finanziando tra l'altro la sanità locale con il ricavato. I risultati lo dimostrano con un'evidenza che cancella ogni dubbio».

Lo Suap, invece, è temporaneamente al palo per «la lentezza dell'accreditamento, ma tra pochi giorni saremo operativi pure su quel fronte e la digitalizzazione sarà completa».

Anche Imperia oggi dovrà continuare a contare sul doppio binario. «Abbiamo avuto solo una decina di giorni per preparare la documentazione – dice l'assessore di Imperia, Giovanni Amoretti – ma tra brevissimo saremo accreditati. Qui la realtà è fatta di 67 comuni per 200mila abitanti, c'è un obiettivo problema di costi e di gestioni per i servizi pubblici comunali. Invece la realtà imprenditoriale, ormai centrata sul terziario, dà ogni anno un saldo positivo tra aperture e chiusure». (A.Gal.)

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