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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 06:41.

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Antiriciclaggio: la Gdf controlla i professionistiAntiriciclaggio: la Gdf controlla i professionisti

Ispezioni mirate direttamente in studio sui professionisti obbligati agli adempimenti antitriciclaggio. È solo l'inizio, ma il Comando generale della Guardia di Finanza, ha messo nel mirino gli obblighi imposti ai professionisti dell'area giuridico contabile (avvocati, commercialisti, consulenti e notai), dalle identificazioni, alla predisposizione del fascicolo del cliente (con eventuale segnalazione delle operazioni sospette), previsti dal decreto legislativo 231 del 2007. Delle 400 ispezioni pianificate per il 2011 su base regionale, 85 saranno mirate sui professionisti. Un'azione di controllo ancora circoscritta ma che con tutta probabilità il mondo degli autonomi non è preparato a ricevere.

In generale, le operazioni antiriciclaggio saranno il perno del piano d'azione 2011 della Guardia di Finanza. Le indagini sulle fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali e sui canali utilizzati per ripulire il denaro sporco dovranno essere intensificate in tutta Italia. I nuclei di polizia tributaria, perciò, in presenza di reati come il traffico di rifiuti e di droga, l'usura, le frodi fiscali e l'immigrazione clandestina dovranno sempre avviare indagini antiriciclaggio e accertamenti patrimoniali approfonditi, per aggredire, anche grazie alla rafforzata confisca per equivalente, i beni illecitamente accumulati.

Oltre che sulle indagini finanziarie, si dovrà attuare questo piano dando priorità alle verifiche delle segnalazioni di operazioni sospette previste dal decreto legislativo 231/ 2007. Segnalazioni che sono peraltro in costante crescita: nel 2010 ce ne sono state circa 27mila, con un incremento del 43 per cento. Ma negli ultimi tre anni i reparti hanno approfondito solo il 29% delle segnalazioni ricevute. I controlli sul versante antiriciclaggio – scrive ancora il Comandante generale della GdF, Nino Di Paolo, nella circolare firmata lo scorso 18 marzo – dovranno coinvolgere, oltre a intermediari finanziari e professionisti anche le società fiduciarie.

Sotto il profilo tributario i Reparti delle Fiamme Gialle dovranno continuare nella battaglia alle frodi Iva e ai paradisi fiscali, completando le indagini sulle liste di nominativi acquisite lo scorso anno, a partire dalla lista Falciani da cui è scaturito il piano Ginevra che resta «prioritario». Il contrasto all'evasione internazionale nel 2010 ha fruttato 10,5 miliardi (contro i 5,8 del 2009), e dovrà essere approfondito mettendo sott'osservazione i siti internet o i convegni organizzati da promotori e consulenti per promuovere l'uso strumentale dei trust o forme aggressive di pianificazione fiscale.

Altro filone importante sarà costituito dal piano straordinario finalizzato all'acquisizione di elementi di capacità contributiva (con 40mila controlli legati al redditometro, dopo gli 80mila del 2010).
Ma la GdF dovrà impegnarsi anche con interventi sul fronte del contrasto al lavoro nero, replicando nel 2001 i piani sistematici di controllo organizzati dai Comandi provinciali, ma con un'arma in più, visto che il collegato lavoro consente ai reparti di non limitarsi alle mere segnalazioni al ministero del Lavoro ma di operare come vero e proprio organo di accertamento.

Ancora: nel mirino delle Fiamme Gialle dovrà esserci il contrasto all'indebito utilizzo degli incentivi, siano essi rivolti alle imprese o al sostegno del reddito. L'attenzione si concentrerà sull'imprenditorialità femminile, sui patti territoriali e contratti d'area e sui bonus per l'innovazione tecnologica.
La legge di stabilità per il 2011, infine, impone alle Fiamme Gialle la realizzazione del piano di contrasto concordato con i Monopoli di Stato sul fronte della repressione del gioco illegale. La caccia è mirata alle frodi che impattano su scommesse e new slot. Il Comando generale prevede di mantenere la media di interveti dell'ultimo triennio, pari a circa 6.700 controlli.
M.Bel.
M.Mo


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